giovedì 2 febbraio 2017

BRACCONIERI IN AZIONE

RAZZÌA DI PESCI CON LA MAXI-RETE.
Beccati due fratelli romeni: avevano preso carassi, lucci e persici
di LAURA VALDESI

Montepulciano, 2 febbraio 2017 -  BRACCONIERI. Attrezzati ed esperti. Arrivano di notte, in punta di piedi. ‘Ripuliscono’ la zona dagli animali e poi si dileguano. Prima accadeva nelle riserve, nei boschi. Adesso anche nei laghi. Un nuovo fenomeno che, nato e sviluppato soprattutto nel Nord Italia, dove ci sono grandi corsi d’acqua come il Po, sta diventando una piaga. Rischia di esserlo anche a Siena, in Valdichiana. A portarlo alla luce un’operazione della Polizia provinciale, in sinergia con le guardie ittiche volontarie del Chiaro di Montepulciano. Si è conclusa proprio la notte di martedì e se fosse andata a buon fine avrebbe scosso il delicato equilibrio di questo specchio d’acqua che dal 1996 è cuore di una riserva naturale dove, specie durante l’inverno, si fermano a nidificare numerose specie di uccelli.
L’allarme poco dopo le 18. Viene notata una rete enorme, sistemata verso l’entrata del Canale Maestro della Chiana. Occupa un’amplissima fetta del lago. A notarla sono un gruppo di giovani, i ‘Bass Hustler’, che fanno vigilanza sulla pesca. Occhi importanti per la tutela della zona. La Polizia provinciale comprende subito che siamo in presenza di bracconaggio ittico.
Sta diventando una delle nuove emergenze con pescatori illegali provenienti principalmente dall’Est Europa. Così scatta la trappola.La Provinciale coordina il servizio e, con i volontari, organizza turni notturni di sorveglianza per sorprendere sul fatto chi ha sistemato la trappola. Si mettono di vedetta in località Binami, che si trova sul lato umbro. Da lì si osserva perfettamente ogni movimento nel Chiaro.
Ma non c'è bisogno di attendere a lungo. Alle 22 di martedì i bracconieri entrano in azione. Arriva, lentamente, un furgone Mercedes con targa romena. Si dirige dritto verso il Chiaro. Fa manovra e si posiziona come se fosse pronto ad accogliere il pesce catturato illegalmente. E, per di più, in una riserva naturale. Mentre i volontari vengono inviati a bloccare eventuali vie di fuga, la Provinciale si materializza davanti all’uomo.
Non è solo. Con lui, si scoprirà più tardi, il fratello. Ci vuole un po’ ma, alla fine, confessa che la rete è sua. Quei trecento metri, alti un metro e quaranta centimetri con maglie di ottanta millimetri, erano già riusciti ad imbrigliare molto pesce. Carassi che vengono spesso utilizzati per le farine animali, mentre lucci, persico reale e carpe riescono magari a trovare collocazione presso qualche ristoratore.

Morale della favola: il romeno, a cui è stata comminata una sanzione amministrativa di 2mila euro ha preso la barca e ha rimosso durante la notte la rete che è poi stata sequestrata. Gli animali sono stati liberati e, ieri mattina, il nuovo sopralluogo sul lago ha consentito di verificare che la fauna non aveva subito danni.

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