sabato 31 dicembre 2016

AUGURI DI BUON ANNO 2017

L'ARCI PESCA FISA - Comitato Regionale dell’Abruzzo unitamente ai Comitati Provinciali di Chieti, Pescara, Teramo e l'Aquila, augurano a Voi tutti un felice e sereno anno nuovo.
AUGURI….auguri…..auguri.................

LOTTA AL BRACCONAGGIO

“LA MIA VITA A CACCIA DI BRACCONIERI”. INTERVISTA AL VICECOMANDANTE DELLA POLIZIA PROVINCIALE

Pieralessandro Scotti, Vicecomandante della Polizia Provinciale di Milano (oggi, polizia locale della città metropolitana Ndr), è a capo del nucleo di agenti specializzati nel contrasto del bracconaggio, nella caccia quanto nella pesca. Una realtà investigativa efficiente e presa a modello da molti corpi di polizia in tutto il Nord Italia. “La pesca è una cosa bellissima, se rispetta le regole. Purtroppo, sempre più spesso al fianco dei pescatori operano veri e propri predoni dei fiumi. Il fenomeno è sempre più diffuso”.
Come mai il bracconaggio nel Nord Italia è in crescita?
“Senza alcun razzismo, bisogna rilevare che la pesca di frodo nelle acque interne è di molto aumentata nell’ultimo ventennio, di pari passo con l’immigrazione dai Paesi dell’Est Europa. In Romania, ma non solo, il fiume è considerato anzitutto una fonte di sostentamento, com’era da noi fino a qualche decennio fa. Bisogna estendere a tutti la cultura del rispetto per la natura”.
Sono solo i cittadini dei Paesi dell’Est a pescare al di fuori delle regole?
“No, ci sono anche italiani, spesso anziani, che vengono sorpresi sul fiume senza alcun tipo di licenza. Diciamo però che per quanto riguarda il bracconaggio a fini commerciali, quasi tutti gli uomini che denunciamo sono stranieri. Sul canale Martesana, anni fa, ci segnalarono prelievi sistematici di pesce da parte della comunità cinese. Probabilmente in quel caso il era pesce destinato ai ristoranti. Lo prendevano con le reti, tendendole da una parte all’altra del corso d’acqua e strascicando. Una pesca assai poco selettiva. Dopo una serie di appostamenti, fatti con la polizia di Stato, siamo siamo arrivati a denunciarli”.
Cosa succede a chi viene scoperto a pescare di frodo?
A seconda della gravità del caso, chi viene sorpreso a depredare il fiume viene denunciato, gli viene sequestrata l’attrezzatura da pesca e viene multato. Ma da un punto di vista penale, se non riscontriamo attività gravi come l’uso della dinamite (art 110 cp) o il maltrattamento di animali, è difficile portare i bracconieri di fronte a un giudice. Diciamo che negli ultimi anni siamo arrivati a una decina di persone denunciate e giudicate da un tribunale”.

La  legge del governo entrata in vigore il 25 agosto 2016, che inasprisce le pene per il bracconaggio ittico, ha reso più incisiva la vostra azione?
“Il testo della legge è ottimo, va nella direzione giusta. Ma mancano ancora i decreti attuativi da parte di governo e Regioni, che ci indicheranno esattamente cosa possiamo fare in concreto.  L’augurio è che davvero si arrivi a equiparare la legislazione riguardo alla pesca di frodo a quella già in vigore per la caccia.  Secondo la legge 157 del 1992, il bracconaggio nella caccia è reato. È reato ad esempio sparare dall’auto e da natante. E le sanzioni amministrative sono molto pesanti. Per essere punito, inoltre, basta il cosiddetto “atteggiamento di caccia”: se hai un fucile nel fodero dove la caccia è vietata, è già reato. Nella pesca è diverso. Un uomo che cammina lungo il fiume con una canna smontata o con una rete nello zaino non è perseguibile. Serve la flagranza”.
I pescatori, almeno quelli che rispettano le regole, da tempo chiedono leggi severe contro i bracconieri.
“Lo so bene. Per noi i pescatori sono alleati fondamentali. Molti dei nostri interventi  nascono dalle segnalazioni dei pescatori, attivi nella segnalazione del bracconaggio come dell’inquinamento. Chi pesca vive, conosce e ama il fiume come nessun’altro. Vale per il bracconaggio come per gli scarichi abusivi in acqua da parte di privati e aziende. I casi di segnalazioni da parte di pescatori sono tantissimi”.

Un esempio?
“Abbiamo concluso di recente un intervento molto ben fatto a Trezzo sull’Adda, nato dalle chiamate di alcuni pescatori. Con le guardie volontarie, abbiamo beccato un gruppo di bracconieri proprio mentre stavano entrando con la barca nel fiume. Erano rumeni. Abbiamo contestato loro la pesca senza licenza e con attrezzatura inidonea. Abbiamo sequestrato le reti e i rampini che usavano per issare il pesce in barca.  In casi simili, però, il sequestro amministrativo della barca non ci è consentito, in una logica di proporzionalità della sanzione. Per cento euro, non posso sequestrare oggetti di grande valore. Vedremo se con la nuova legge le cose cambieranno”.
Nel territorio milanese, quali sono le acque più frequentate dai bracconieri?
“I fiumi più colpiti sono concentrati nella zona Sud-Est della città. Le ultime azioni le abbiamo fatte assieme ai carabinieri di San Donato e con la polizia provinciale di Lodi, sul canale Muzza e lungo la strada Rivoltana. In passato abbiamo lavorato molto sull’Adda, assieme ai colleghi di Bergamo. Negli ultimi interventi abbiamo beccato furgoni che passano a rastrellare il  pesce bracconato per poi venderlo. Anche in questo caso, il nostro intervento è nato da segnalazioni dei pescatori. Purtroppo, anche  i bracconieri hanno i loro informatori che li avvisano e li aiutano a fuggire, quindi prenderli non è facile. Dobbiamo essere veloci e coglierli di sorpresa”.

Quali sono le tecniche di pesca illegale più utilizzate?
“Lo strumento più in voga è la batteria dell’auto, usata come elettrostorditore per fiaccare i pesci e poi raccoglierli con il retino. Poi ci sono le reti vere e proprie. Tutti materiali che sequestriamo. Quello che ci rende felici è che, dopo alcuni nostri interventi in un luogo, la pesca di frodo spesso si placa. Questo significa che la nostra azione di disturbo funziona”.
Come polizia provinciale di Milano, su quante forze potete contare?
“In questa fase di passaggio istituzionale dalla Provincia alla Città Metropolitana, abbiamo forze piuttosto esigue. Per il controllo di caccia e pesca siamo in tutto  una decina di persone, però siamo sempre attivi. Facciamo base all’Idroscalo, dove abbiamo un pickup e dei fuoristrada, che ci consentono di raggiungere agilmente gli argini dei fiumi. Fra i nostri compiti c’è poi la vigilanza dell’Idroscalo stesso, che svolgiamo con alcuni gommoni”.
Cosa deve fare un pescatore che dovesse imbattersi in episodi di bracconaggio in fiumi e laghi?

“Deve chiamarci subito! La nostra centrale operativa è attiva 24 ore su 24. Rispondiamo al numero 0277405808“.

Video Rai.TV - TG2 - Reportage sulla pesca di frodo nei laghi e nei fiumi italiani

Video Rai.TV - TG2 - Reportage sulla pesca di frodo nei laghi e nei fiumi italiani

PREDATORI SUL FIUME PO.....

I PESCATORI DI FRODO IN AZIONE
Saccheggiati Po, Oglio e Chiese
La denuncia di una guardia ittica volontaria: si sa chi sono e dove abitano, ma nessuno interviene. Un database delle associazioni con tutte le informazioni a disposizione delle forze dell’ordine

Fiume Po
Mantova 29 dicembre 2016. «Bande di criminali ci stanno svuotando i fiumi Po, Oglio e Chiese». A lanciare l'allarme è Matteo Moriero di Canneto sull'Oglio, guardia ittica volontaria della Fipsas, la Federazione Italiana pesca sportiva. Da tempo si sta battendo per tutelare soprattutto le acque del suo territorio, il Chiese, l'Oglio e Delmona, luoghi di scorribande di persone senza scrupoli.
«Da mesi - dice - sono in contatto con i carabineri, il corpo forestale e i Comuni della zona per denunciare il bracconaggio ittico e il conseguente commercio illegale di pesce senza alcun controllo igienico-sanitario, con grave minaccia non solo per l'intero ecosistema ma anche per la salute di tutti noi. Purtroppo, però, nessuno agisce». Moriero fa parte di un gruppo di lavoro impegnato a combattere la pesca di frodo assieme ai rappresentanti di associazioni come Fipsas, Amici della golena e Unione pescatori estensi (solo per citarne alcune). Ormai è diventato un esperto nella lotta al bracconaggio: grazie ad un paziente lavoro di presidio del territorio, assieme ad alcuni colleghi e amici è riuscito a costruire un database con informazioni e dati preziosi per contrastare tale fenomeno. Documentazione a completa disposizione delle forze dell'ordine e dei Comuni: «Sappiamo dove sono e come si muovono. Continuiamo a segnalare alle autorità i loro avvistamenti e richiediamo interventi notturni anche in pieno parco Oglio sud; ma quelle poche volte che intervengono, non tempestivamente, però, le forze dell'ordine non trovano nessuno e allora minacciano di denunciare noi per procurato allarme».
Moriero ha ricostruito la filiera del bracconaggio. «Fino a qualche anno fa - dice - i pescatori di frodo sul Po erano principalmente ungheresi. Poi circa dal 2008, quando il delta del Danubio è diventato parco, i bracconieri romeni che hanno devastato quel fiume si sono spostati qui. Di preferenza hanno puntato il Po, l'Oglio e in genere tutti i corsi d'acqua minori. Si muovono di notte con le barche che poi lasciano sulle rive. Pescano con gli elettrostorditori, l'esplosivo, con agenti chimici e reti chilometriche e fanno ogni notte strage di pesci. Una volta catturato, il pesce viene stoccato sulle rive o sui furgoni, senza alcun rispetto delle norme igieniche e, con bolle o fatture false, in cui si attesta una provenienza diversa del pescato, e cioè da acque non inquinate come sono le nostre, trasportato in Romania, a Bucarest. Lì ci sono aziende specializzate che trasformano la maggior parte del pesce in farina per l'alimentazione animale che viene poi venduta in tutta Europa, anche in Italia, senza controlli. Il tutto anche con la complicità di imprenditori e politici di casa nostra». Si calcola che il 20% del pescato venga venduto nei mercati italiani per il consumo alimentare.
La guardia ittica di Canneto ha cercato di sensibilizzare i Comuni dove risiedono i pescatori di frodo stranieri oppure dove agiscono: «Ho scritto una lettera ai sindaci e assessori di Asola, Calvatone, Canneto, Piadena e Isola Dovarese - dice - informandoli su quanto sta succedendo sui loro territori e chiedendo di intervenire. Ho dato anche la disponibilità mia e delle associazioni che rappresento a collaborare. Dai Comuni, però, non ho ancora ricevuto risposta». A non aiutare è anche la normativa sulla pesca, molto farraginosa: «Quei pescatori di frodo - dice Moriero - spesso sono dotati di licenza di pesca professionale rilasciata da varie Province con cui possono pescare anche in zone diverse. E quando qualche volta vengono colti sul fatto, hanno a disposizione avvocati che in qualsiasi ora e in poco tempo riescono ad opporsi ad eventuali provvedimenti di sequestro di barche e attrezzature». In questa sua lotta per la legalità e l'ambiente Moriero dice di non aver mai ricevuto minacce, «ma un amico sì, quando di giorno si è avvicinato ad una barca ferma sulla riva dell'Oglio. Voleva vedere che cosa ci fosse dentro, ma dai cespugli sono usciti due uomini che gli hanno puntato contro un coltello».

Moriero parla di «sensazione di solitudine e abbandono» da parte di chi cerca di stroncare il bracconaggio tutelando le acque. «Noi - ripete - continuiamo a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine contro quella gente che spesso è armata, ma quasi mai intervengono alle nostre chiamate d'aiuto. Dovrebbe intervenire, per competenza, la Forestale, ma ci risponde che non ha né uomini né mezzi per farlo. E intanto, i nostri fumi muoiono...». Nessuno, però, si arrende: «Le nostre associazioni continuano a lavorare sia in campo politico per cambiare o migliorare leggi assurde e obsolete, sia vigilando in riva ai fiumi, specialmente di notte, quando lo Stato è assente, per garantire un futuro alle nostre acque».

I SOLITI FURBI.............

I NAS SEQUESTRANO TONNELLATE DI PESCE
Ispezioni in tutta la regione, denunce e sanzioni

Oltre tre tonnellate di prodotti ittici sequestrati perché conservati in pessime condizioni igienico sanitarie, in un laboratorio abusivo per la preparazione di prodotti gastronomici a base di pesce chiuso confezionato.
Il rappresentante legale di un'impresa denunciato e sanzionato per circa 10 mila euro.
E' il bilancio dei controlli che i Carabinieri del Nas di Pescara hanno eseguito in Abruzzo, a ridosso delle festività natalizie, nelle imprese alimentari del settore ittico e dell'acquacoltura.
Nel Chietino sono stati sequestrati circa 750 chilogrammi di mitili; una persona è stata denunciata per tentata frode nell'esercizio del commercio.
In provincia di Pescara, è stato scoperto un laboratorio abusivo per la preparazione dei prodotti gastronomici a base ittica. La Asl ha disposto l'immediata sospensione dell'attività. Nel Teramano uno stabilimento di lavorazione di prodotti ittici è stato trovato non in linea con i dettami della normativa europea e nazionale.
Oltre 18 quintali di pesce sono stati vincolati sanitariamente.


Fonte ANSA

giovedì 15 dicembre 2016

INCONTRO ASSOCIAZIONI E REGIONE


COMUNICATO:

Venerdì 16 dicembre, ore 15:00, a Pescara nei pressi della stazione FF SS., incontro delegazioni ARCI PESCA FISA, FIPSAS, WWF e Legambiente sulle problematiche dei fiumi abruzzesi e la scarsa attività di vigilanza sul territorio.

Lunedì 19 dicembre, ore 10:30, incontro con l'Assessore Dino PEPE,  e le Associazioni ARCI PESCA FISA e FIPSAS presso l'Assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca, in Via Catullo, Pescara,  sui ritardi della pesca sportiva in Abruzzo.

Le Segreterie 
ARCI PESCA FISA - FIPSAS Abruzzo

INQUINAMENTO INFINITO

Ortonese scarichi e depuratori che disastro: denunce, sequestri e sanzioni

Il report della Forestale di Chieti sui controlli effettuati





CHIETI. 324 controlli, 16 comunicazioni di notizia di reato, 6 sequestri, 41 sanzioni amministrative, questi i numeri dei controlli posti in essere nel corso dell'ultimo anno da parte del Corpo Forestale dello Stato di Chieti, sulla condizione di scarichi e depuratori della Provincia.
Gravi le carenze rilevate, sia da un punto di vista amministrativo, posto che numerosi sono gli scarichi privi di autorizzazione, sia quanto al funzionamento degli impianti di depurazione: le analisi delle acque di scarico fatte dall'Arta di Chieti hanno spesso evidenziato il superamento dei limiti tabellari previsti dal Codice sull’ambiente, per i parametri biologici e chimico fisici.

Il Comando Stazione Forestale di Ortona su 66 scarichi controllati nei nove comuni di competenza (Ortona, Tollo, Orsogna, Crecchio, Arielli, Canosa Sannita, Poggiofiorito, Ari e Giuliano Teatino), ha contestato 33 illeciti amministrativi, per un importo complessivo di 141.000,00 euro (per scarichi non autorizzati, scarichi fuori tabella, mancato rispetto delle prescrizioni previste nei titoli autorizzativi) ed inoltrato all’Autorità Giudiziaria 5 comunicazioni di notizia di reato a carico dell’Ente gestore degli impianti e di alcune cantine (per scarichi su suolo, scarichi di acque industriali non autorizzati, danneggiamento aggravato di acque pubbliche, getto pericoloso di cose, danneggiamento beni paesaggistici).


Sui depuratori poi il dato è davvero allarmante: su 25 controllati, 14 erano privi di autorizzazione allo scarico o con autorizzazione revocata e quasi tutti malfunzionanti.

In particolare in un depuratore, sito in località Valle Botte di Giuliano Teatino, sono state rinvenute sostanze pericolose (rame e zinco) nei reflui, al di sopra dei limiti di legge.
Unico dato positivo si è registrato sul depuratore comunale di Arielli, sotto sequestro dal 2015; qui, dopo l’intervento della Forestale ed in seguito al sequestro, sono state realizzate dalla Sasi spa infrastrutture depurative suppletive, tanto che i successivi controlli hanno rilevato la non pericolosità dei reflui industriali scaricati nel torrente antistante.

Quanto ai controlli degli scarichi aziendali, il Comando Stazione di Ortona si è concentrato prevalentemente sulle cantine: per quattro di esse, tre di Ortona ed una di Giuliano Teatino, sono scattati i sequestri del sistema fognario per scarico di acque reflue industriali prive di autorizzazione, su corpi idrici e sul suolo e sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria i rispettivi Legali Rappresentanti.


Oltre al cattivo funzionamento di depuratori e scarichi aziendali si è poi registrata una rilevante, presenza sul territorio di scarichi abusivi.

Tra tutti, uno scarico di acque reflue urbane sul suolo a Caldari, in agro di Ortona, privo di qualsiasi sistema di depurazione, con parametri di Escherichia Coli esorbitanti, pari a 65.000.000 UFC/100 ml.

Il Corpo Forestale ha segnalato quanto accertato anche a tutti gli Enti pubblici interessati, come i Sindaci dei Comuni controllati, i preposti Uffici Regionali e la ASL, affinché, ciascuno secondo le proprie competenze e responsabilità affinché «ponga in essere ogni iniziativa volta alla realizzazione ed al buon funzionamento degli impianti di trattamento e depurazione delle acque, pubblici e privati, non soltanto a beneficio della salute delle acque dei fiumi e del mare, ma anche quale importante segno di civiltà».

BRACCONAGGIO....DI SEMPRE


UN GRANDE......BUONO

RICONOSCIMENTO DI MERITO... 


Grande emozione venerdì sera 09 dicembre a San Salvo, in occasione della cena organizzata dal Presidente Onorario dott. Vincenzo Ronzitti.

La consegna di una targa al Consigliere Provinciale nonché Vice Presidente Paolo Ninni, è stato un momento di vero affetto e gratitudine per la partecipazione alla vita associativa.





Auguri Paolo da tutto il Consiglio Provinciale ARCI PESCA FISA Chieti.

giovedì 8 dicembre 2016

RICHIESTA INCONTRO IN MATERIA DI PESCA

DI SEGUITO IL TESTO INVIATO ALL'ASSESSORE PEPE PER UNA CONVOCAZIONE URGENTE SULLA PESCA IN ABRUZZO.

----Messaggio originale----
Da: "arcipesca.chieti@virgilio.it" <arcipesca.chieti@virgilio.it>
Data: 8-dic-2016 16.01
A: <dino.pepe@regione.abruzzo.it>, <luciano.dalfonso@regione.abruzzo.it>, <antonio.dipaolo@regione.abruzzo.it>, "dpd023@regione.abruzzo.it"<dpd023@regione.abruzzo.it>, <antonella.gabini@regione.abruzzo.it>, <franco.recchia@regione.abruzzo.it>
Cc: <chieti@fipsas.it>, "ivcirese@libero.it"<ivcirese@libero.it>, <montanarosabatino@gmail.com>, <abruzzo@wwf.it>, <luciano.ditizio@virgilio.it>, <arcipesca@tiscali.it>, <arcicaccia.abruzzo@arcicaccia.it>, <mario.mazzocca@regione.abruzzo.it>, <pietro.smargiassi@crabruzzo.it>
Oggetto: Terza richiesta incontro Regione Abruzzo con le Associazioni Ittiche per problematiche inerente il servizio pesca.

La pesca in Abruzzo? Un ricordo del lontano passato.
Dopo le prime richieste avanzate in data 17 e 25 novembre scorso all'Assessore Dino Pepe, per un incontro tecnico organizzativo immediato con le Associazioni Ittiche abruzzesi,  la sola cosa ottenuta è un silenzio prolungato.
Un silenzio che prende in giro i numerosi onesti  pescatori sportivi, oltre a ridicolizzare ogni intervento di lotta al bracconaggio da parte dei pescatori e soprattutto delle Guardie Ittiche Volontarie.
Dalla data del 4 novembre 2016,  con il passaggio delle competenze caccia e pesca dalle Province alla Regione (in attuazione della L.56/2014 e della L.R. 32/2015), siamo in balia di una pessima riforma. Non che i problemi in passato non ci fossero stati ma almeno si poteva contare su un interlocutore, con il quale nel bene e nel male ci si confrontava per la  ricerca di una soluzione condivisa.
Oggi silenzio......solo silenzio. Null'altro.
Alle numerose problematiche già segnalate, nessuno si è degnato di ascoltarci, nessuna comunicazione di incontro o di un tavolo tecnico. Neanche un cenno di scusa.
Prendiamo atto che come pescatori, a differenza dei cugini cacciatori, non portiamo voti e pertanto non siamo di interesse.
La mia Associazione ARCI PESCA FISA Abruzzo, conta circa 1000 soci  nelle quattro Province. La FIPSAS quasi 1500 iscritti. Non sono pochi.
Possibile che tutti questi pescatori tesserati e non tesserati  non abbiano il  diritto di vedere la propria passione sportiva gestita secondo criteri giusti e di buona responsabilità?
Per quanto sopra e sino alla convocazione di un tavolo tecnico, il Comitato Regionale ARCI PESCA FISA Abruzzo ha sospeso per protesta ogni forma di controllo e di vigilanza lungo tutti i fiumi della Regione Abruzzo, in particolare sul fiume Pescara, oggi gravemente inquinato.

SEGUE COMUNICATO STAMPA

Il Segretario Regionale

Giuseppe Zappetti

giovedì 1 dicembre 2016

DIVIETO DI PESCA SUL FIUME PESCARA

Inquinamento fiume Pescara: la Regione Abruzzo chiede il divieto di pesca nella Val Pescara
La Regione Abruzzo chiede ai Comuni della Val Pescara di emanare il divieto di pesca ad uso alimentare.
Il Forum H2O spiega come il provvedimento si sia reso necessario dopo la rilevazione del mercurio nei pesci.

Pescara 17/11/2016 -La Regione Abruzzo chiede ai comuni della val Pescara di emanare specifiche ordinanze di divieto di pesca ad uso alimentare lungo tutto il fiume Pescara da Bussi alla foce, ammettendo solo la pesca ‘no kill’ con rilascio immediato del pescato.
Lo comunica il Forum H2O che spiega: «Il provvedimento si è reso necessario dopo gli sconfortanti dati riguardanti la presenza di mercurio e altri contaminanti nei pesci emersi in uno studio dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo. I tratti di fiume dentro al Sito Nazionale di Bonifica avevano già questi divieti da alcuni anni. Il provvedimento con il quale l’Ufficio Sanità veterinaria richiede di estendere il divieto al resto del fiume, da Bussi alla foce, dovrebbe avere un arco temporale di almeno sei mesi, in attesa di ulteriori approfondimenti.

Il Forum H2O chiede ora ai sindaci «non solo di emanare le ordinanze di divieto ma di assicurare un’informazione capillare e una sorveglianza adeguata, in considerazione del fatto che ci sono anche stranieri che frequentano l’asta del fiume per procurare cibo alle loro famiglie, bambini compresi, pescando». Intanto il Ministero dell’Ambiente ha convocato una conferenza dei servizi per il 30 novembre, con all’ordine del giorno numerosissimi punti di fondamentale importanza.





































Notizia da PrimaDaNoi.it

IL CORAGGIO DI UN SINDACO

INQUINAMENTO
Liquami in mare a S.Vito Chietino, sindaco denuncia Sasi
1 Dicembre 2016 Lanciano Ch.  Il sindaco di San Vito Chietino, Rocco Catenaro, ha denunciato oggi la Sasi per inquinamento ambientale.
Il caso è legato allo sversamento fognario, scoperto una decina di giorni fa dalla Forestale, che si immette nel torrente Arno, e poi nel fiume Feltrino, bypassando completamente la fossa Imhoff di località Santa Croce di Lanciano per finire direttamente in mare a S. Vito Marina, senza alcuna depurazione.
La querela contro l'ente gestore idrico del chietino, con 92 comuni soci, è stata presentata personalmente in procura dal sindaco Catenaro.
«Lo sversamento scoperto è sintomatico di una rilevante carica batterica - ha detto Catenaro - pericolosa per la pubblica incolumità, sversata direttamente nel Feltrino e quindi in mare. La contaminazione indotta sulla qualità delle acque marine e sulla sicurezza della balneazione genera una condizione di estremo pericolo per gli equilibri ambientali ed economici del territorio, prevalentemente legati al turismo stagionale. Oltre ad accertare altre responsabilità si predispongano rimedi urgenti perché tale evento dannoso non penalizzi ulteriormente».

Nella stessa denuncia Catenaro ha richiamato l'attenzione sulla mancanza di dati sui controlli dovuti per legge, ma omessi, legati anche alla vicenda dei 12 depuratori sequestrati in sette comuni dal gip di Lanciano, che vede ugualmente implicata la Sasi.

SILENZIO........IN REGIONE ABRUZZO

CONTINUA IL SILENZIO DELLA REGIONE ABRUZZO IN MERITO AD ISTITUIRE UN TAVOLO TECNICO CON LE VARIE ASSOCIAZIONI ITTICHE.

Intanto oggi è il 01 dicembre 2016, e non manca molto alla data del 01 gennaio 2017.

Alcune domande ripetute da numerosi pescatori......
  • I tesserini segna cattura dove???????
  • I ripopolamenti quanti e dove???????
  • I regolamenti Provinciali sono carta straccia???????
  • In quale Ufficio rivolgersi per il rinnovo della licenza di pesca???????
  • Che stagione di pesca ci aspettiamo????????

Signori politici la pazienza è finita.
ARCI PESCA FISA Abruzzo.