domenica 28 giugno 2015

AD UN AMICO.......

II° MEMORIAL GIUSEPPE NINNI.  
 
Roccaspinalveti (Ch) 28.06.2015. Una grandiosa manifestazione di sport e amicizia per ricordare un grande uomo, socio e Agente della nostra Associazione, scomparso ormai da tre anni.
Alla sua famiglia,  i più sentiti ringraziamenti per quanto hanno realizzato in data odierna con la festa dello sport, dove i veri protagonisti sono stati i suoi ragazzi, pulcini e giovanissimi del calcio.

PROTEZIONE CIVILE

Protezione Civile di Casalbordino, 18 anni al servizio del territorio
Presente la delegazione di rappresentanza di Protezione Civile dell’ARCI PESCA FISA Chieti

Casalbordino 27.06.2015 - Una giornata di festa per celebrare il gruppo di Protezione Civile Madonna dell'Assunta di Casalbordino che ha tagliato il traguardo della maggiore età. Dal 1997, infatti, i volontari casalesi sono impegnati in tante attività sia nel loro Comuni che nei luoghi che, negli ultimi anni, sono stati interessati da calamità naturali. La giornata di ieri è stata vissuta con intensità da tutte i gruppi di protezione civile, in particolare quelli aderenti al Coordinamento territoriale del Vastese (ARCI PESCA FISA – Chieti ed altri), che hanno partecipato ai vari momenti organizzati dall'associazione guidata dal presidente Tommaso Bucciarelli. In mattinata un convegno sul ruolo e le competenze della PC, poi, nel pomeriggio, piazza Umberto I ha ospitato diverse simulazioni di intervento.

venerdì 26 giugno 2015

SEMPRE LORO.......

RISSE, VELENO E SCARICHE ELETTRICHE. BRACCONIERI DELL’EST TERRORE DEI FIUMI DI EMILIA ROMAGNA, VENETO E LOMBARDIA. COSÌ I PESCATORI DI FRODO DEVASTANO L’ECOSISTEMA

Pescatori di frodo romeni e ungheresi devastano l’ecosistema per catturare e rivendere i giganteschi «siluri». «I cefali penzolavano dagli alberi. La terra intorno era un deserto. Né uccelli né animali. Erano appena passati i Lipoveni», racconta un agente del Corpo Forestale. «Portano via tutto quello che trovano. È un’ecatombe. Due anni e sarà finito tutto».
Nel silenzio dei fiumi di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia ogni notte si combatte una battaglia che «sta facendo sparire tutto il patrimonio ittico fluviale». I predoni sono trecento fra «lipoveni», pescatori professionisti romeni di etnia russa, provenienti dal delta del Danubio (Tulcea); romeni e ungheresi, che con una settantina di barche razziano pesci passando da un fiume all'altro, senza fermarsi davanti a niente. I lipoveni sono famosi nell’Est perché dove passano i fiumi si desertificano. Quando sul Danubio si sono accorti che l'80% del loro patrimonio ittico era depredato sono passati agli arresti a raffica, confische ed elicotteri a perlustrare. Così l'esodo ha avuto inizio. Nei fiumi delle nostre tre regioni imperversano ormai da anni, pioggia, nebbia, neve, festa o terremoto che sia. Sono professionisti dell’acqua di notte. Gente allenata a battersi coi pesci siluro, bestie che raggiungono anche i 4 metri (nel Po, due metri e mezzo per 140 kg). Sono organizzati in bande con reti, barche e furgoni. Scendono nei fiumi e scaricano la corrente elettrica in acqua con le batterie dei furgoni. Raffiche così alte. Sterminano tutto. Anche col bisolfito di sodio, che uccide i pesci. Prima però stendono chilometeri di reti.
Un giro di affari da 80 mila euro in nero a settimana, dicono le associazioni ambientaliste e gli agenti della Forestale. Alle spalle dei bracconieri c'è un’organizzazione con avvocati, case in affitto, associazioni di appoggio e centri di smistamento del pesce che finisce sul mercato nero a Roma, Torino, Chioggia o Milano o nel mercato romeno del cibo per cani. Spiega la Forestale: «Presidiano le sponde con sentinelle. Se sono a Rovigo, e arriva la polizia provinciale, loro si spostano sulla sponda di Ferrara. E lì devi aspettare quelli di Ferrara. Non siamo coordinati e non applichiamo le leggi», ammettono amareggiati. Quando le guardie provinciali finiscono il turno, la guerra infuria fra romeni e pescatori sportivi italiani (quelli che ributtano in fiume il pescato), questi ultimi richiamano la polizia. Ma le forze dell’ordine hanno i ranghi ridotti. Se e quando i bracconieri vengono fermati, sono subito rilasciati. «E lì si rischia che finisca con inseguimenti, se non a botte». Ad alcuni hanno tagliato le gomme, rubato canne e motori. «Ai mondiali di pesca di Ostellato, a Ferrara, facevamo la gara. Non c'era più pesce. Erano già passati», svela un agente della provinciale.
I romeni sono arrivati grazie a iniziative della Ue e a gemellaggi tra Romania e Italia. Come quello di Tulcea con Fratta Polesine, Rovigo, Aprilia e alleanze tra i delta di Po e Danubio. Nel 2007 ci fu l'ingresso nella Comunità europea della Romania, dove il siluro è carne prelibata. Il Danubio romeno diventa patrimonio Unesco, prende fondi e quindi si liberano dei loro predoni storici, i lipoveni. Ma Regione Lombardia, a maggio del 2012 (giunta Formigoni) delibera un protocollo d'intesa con la Sogemi spa, controllata dal Comune di Milano (giunta Pisapia), per commercializzare pesci d’acqua dolce come siluri, carassio e gardon. Terreno ottimo per il mercato dei lipoveni. «Pesce low cost, scommessa vinta, il mercato c'è» dice il neo assessore lombardo Gianni Fava sul giornale della Sogemi del gennaio 2015. Bisogna cioè provare a venderlo anche agli italiani, visto che costa poco. Ma i report di Wwf, Legambiente e Golettaverde provano l'alto inquinamento di molti dei fiumi in oggetto per pesticidi, liquami, rifiuti fecali e tossici. Un rapporto 2011 della Ue rileva nei pesci siluro del Po sostanze cancerogene.
Sul caso Libero ha chiesto spiegazioni ai responsabili del Delta del Po e al capo nazionale del Corpo forestale, Cesare Patrone, ma nessuno ha voluto rispondere. Il consigliere regionale emiliano Alan Fabbri della Lega ha presentato un interrogazione per fermare l'ecocidio. Ieri l'associazione Gruppo siluro Italia ha organizzato un'iniziativa in questo senso a Gonzaga di Mantova.
L'Unesco, nel 2014, ha bocciato la candidatura del Delta del Po al programma Uomo-biosfera Unesco, proposta dalle regioni Veneto ed Emilia Romagna. «Chi lo mangia più il pesce pescato nel Po», sbotta un simpatizzante leghista che ci porta a visitare un canale e aggiunge: «Li vedi. Sono arrivati con le Skoda e se ne vanno con le Porsche Cayenne».
Su concessione del "GIORNALE".

BLITZ ANTIBRACCONIERI

DUE BLITZ ANTI-BRACCONIERI: IN FUGA I PREDONI DEL FIUME
Liberati tre quintali di pesce di notte nel canal Bianco a Pontemerlano Lasciati in acqua più di tre chilometri di rete. Dopo meno di 24 ore il bis nel Mincio

MANTOVA 23 aprile 2015. Ancora un doppio colpo alle organizzazioni che praticano il bracconaggio nelle acque attorno alla città. Nella notte un servizio congiunto di agenti del Corpo Forestale dello Stato, di guardie ittiche della Provincia, e di vigilanti volontari di Parco del Mincio e Fipsas hanno messo in fuga i componenti di una banda che stava razziando quintali di pesce nel canal Bianco con una rete proibita.
Ai predoni dei fiumi, che si sono visti sorpresi proprio mentre finivano di calare le reti in acqua, non è rimasto che abbandonare tutto e fuggire. Nelle mani delle guardie sono rimasti la rete – sia i tre chilometri calati in acqua che quella ancora da gettare – il canotto, i remi, un paio di giubbini, cuffie, guanti e attrezzature. Nelle ultime settimane le segnalazioni di pescatori locali, relative alla presenza di furgoni con targa romena e ungherese lungo tutto il tratto del canale e lungo il Po, si sono fatte più frequenti.
Ecco perché gli agenti della Provincia e del Corpo Forestale dello Stato, del Parco del Mincio e della Federazione italiana pesca sportiva hanno iniziato una serie di servizi coordinati per pattugliare i punti più a rischio. Così anche la notte tra martedì e ieri. Tre auto, sei uomini in tutto. Con l’obiettivo di battere l’asse del canal Bianco da Formigosa verso Ostiglia. «L’altra notte abbiamo scelto il canal Bianco perché riteniamo che qui il bracconaggio sia più praticato – spiegano gli operatori – per i predoni delle acque è meno rischioso del Mincio o dei laghi: non è area protetta e non ci sono limiti all’utilizzo alimentare del pescato».
È stato nelle vicinanze del ponte Righella di strada Cadorna, a Pontemerlano di Roncoferraro, che le guardie, illuminato il corso del canale con i fari delle auto, hanno intravisto dei bagliori in acqua. Erano i galleggianti delle reti. Calate a zigzag nel letto del canale, c’era una rete per la pesca abusiva lunga oltre tre chilometri. Di quelle a maglia larga, per catturare grossi esemplari. Nelle reti c’erano quasi tre quintali di pesce, in particolare carpe (una cinquantina) e carassi.
Tutti gli esemplari sono stati liberati in acqua. Durante il pattugliamento in zona, imboscato tra la vegetazione, le guardie hanno rinvenuto il canotto con altri due sacchi di rete, pronta per essere calata, e altra attrezzatura. Tutto è stato confiscato. Servizi di questo genere, nonostante l’esiguità dei fondi a disposizione, saranno ripetuti. «Il fenomeno della pesca di frodo rischia di essere fuori controllo, anche in altre Province si segnala un aumento di episodi» spiegano le guardie. Ieri sera, a quasi 24 ore di distanza, il bis: ulteriore sequestro di reti e pesce alla Chiavica del Moro, nelle acque del Mincio. E ancora bracconieri in fuga.

PROTEZIONE CIVILE ABRUZZO


PROTEZIONE CIVILE CASALBORDINO



SCEMPIO AI MARGINI DEL FIUME NETO

AMBIENTE: REALIZZA ABUSIVAMENTE UN CANALE DI SCOLO AI MARGINE DEL FIUME NETO - SEQUESTRATO ESCAVATORE
Gli agenti del Corpo forestale dello Stato sorprendono un imprenditore alla guida di un escavatore, durante le operazioni di scavo.
Comando provinciale Crotone


Rocca di Neto (KR), 16 giugno 2015. Gli agenti del Corpo forestale dello Stato hanno bloccato un imprenditore del luogo, giorni addietro, nella località "Timpata" del comune di Rocca di Neto, intento nelle operazioni di scavo per la realizzazione di un canale di scolo adiacente l'alveo del fiume Neto, in area demaniale. Egli è stato segnalato all'Autorità giudiziaria e l'escavatore è stato sequestrato. L'attività repressiva è scaturita grazie a una segnalazione al Numero di Emergenza Ambientale 1515 . Gli agenti intervenuti prontamente hanno sorpreso un individuo che, con l'ausilio di un escavatore, stava realizzando abusivamente un canale di scolo ai margini del fiume Neto, parallelamente ad un altro canale di scolo già esistente e soggetto, nei mesi scorsi, a lavori di pulizia regolarmente autorizzati dalla provincia. Al fine di impedire il pericolo di un ulteriore deturpamento dell'ambiente fluviale, si provvedeva all'immediato sequestro del mezzo meccanico identificando il conduttore del mezzo, un 51enne imprenditore del luogo, titolare di un cantiere di inerti, con una lunga serie di precedenti in materia. Egli è stato segnalato all'Autorità giudiziaria per violazioni alla normativa ambientale e paesaggistica, invasione di terreno, nonché per violazione di sigilli poiché l'escavatore adoperato, dagli accertamenti eseguiti, è risultato sottoposto a sequestro penale. E' verosimile che l'intenzione dell'imprenditore non fosse quello di creare un canale di protezione per i terreni a difesa da eventuali fenomeni di inondazioni, considerato che già esiste tale opera per questa funzione, bensì quella di procacciarsi del materiale litoide da inserire nel cosiddetto "ciclo del cemento". L'area dei lavori abusivi rientra nella Zona di protezione speciale (ZPS), denominata Alto Marchesato e fiume Neto con un regime di protezione equiparabile alle aree protette ai sensi della legge 394/1991. Si invita la cittadinanza a segnalare eventuali lavori ritenuti abusivi al numero 1515 del Corpo forestale dello Stato.

lunedì 15 giugno 2015

DISASTRO AMBIENTALE TORRENTE ANNECCHIA

IL CENTRO D’ABRUZZO
IL TORRENTE TORNA AL SUO COLORITO...
Corso d’acqua diventato rosso: nuove ispezioni dopo la segnalazione di volontari e agenti ittici

FRESAGRANDINARIA (CH) 13706/2015. Il torrente Annecchia sta riprendendo le sembianze di una volta. «Il suo colore da rosso, così come era stato segnalato, sta tornando normale». I risultati dell’ultima ispezione fatta dai volontari e dagli agenti ittici dell’associazione Arci Pesca Fisa, sono rassicuranti. La loro denuncia deve avere scoraggiato gli autori dello scempio costringendoli a fermarsi nello sversamento di liquami nela zona.
«Il materiale che ha provocato il fenomeno si è depositato sul fondo del torrente. Ora aspettiamo un sopralluogo dei tecnici e dell’Arta», dice il presidente dell’associazione di volontari e agenti ittici, Giuseppe Zappetti.
Gli agenti ittici hanno scoperto il nuovo inquinamento martedì scorso. Una strana colorazione tendente al rosso delle acque del torrente Annecchia, al di sotto del ponte della Fondovalle Trigno, sulla strada tatale 650 che divide l’Abruzzo dal Molise, in località zona industriale del territorio di Fresagrandinaria.
«Il giorno seguente, mercoledì 10 giugno, nelle successive fasi di monitoraggio del torrente Annecchia», racconta il presidente provinciale, «oltre al residuo della strana colorazione abbiamo scoperto una notevole massa di fanghiglia che non era presente nei giorni precedenti al controllo».
Zappetti ha immediatamente messo al corrente le forze dell’ordine, la Asl e la Regione.
«Spero che al più presto si riesca a risalire ai responsabili», annota Giuseppe Zappetti.
Una denuncia motivata dalle numerose aggressioni ai corsi d’acqua della vallata del Trigno. Da due anni periodicamente si verificano attentati ambientali sui quali la Procura di Vasto sta indagando. A condurre l’inchiesta è il sostituto procuratore della Repubblica, Enrica Medori. Sulla scrivania del magistrato sono finiti diversi faldoni preparati dai carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico, e dalla Forestale.
La magistratura vastese è decisa a dare un nome e un volto a chi inquina. L’inchiesta fa il paio con l’indagine aperta dalla Procura di Larino sulla presenza di arsenico nel fiume. L’indagine si svolge su un raggio di 80 chilometri - tanto è lungo il fiume nel tratto che si estende da Vastogirardi, in territorio molisano, a Lentella - concentrandosi in particolare nel tratto compreso fra Lentella e Fresagrandinaria.
L’inchiesta procede nel massimo riserbo. Gli investigatori stanno valutando tutte le ipotesi.  (p.c.)

DISASTRO AMBIENTALE TORRENTE ANNECCHIA

IL CENTRO D’ABRUZZO
TORRENTE ROSSO, ALLARME ARCI PESCA FISA
Volontari e agenti ittici sollecitano Asl e Regione a interventi urgenti sul corso che sbocca sul Trigno

FRESAGRANDINARIA (CH) 12/06/2015. Il torrente Annecchia si tinge di rosso. I volontari e gli agenti ittici dell'associazione Arci Pesca Fisa – Chieti, riprendono lo scempio e dopo aver avvisato le autorità invocano interventi urgenti. «Siamo intervenuti dopo aver ricevuto diverse segnalazioni da parte di cittadini e pescatori», denuncia l'associazione. Quando gli agenti ittici hanno raggiunto la zona indicata hanno rilevato una strana colorazione tendente al rosso delle acque del torrente Annecchia, al di sotto del ponte della Fondovalle Trigno SS.650, in località Zona Industriale del Comune di Fresagrandinaria. «Il giorno seguente, mercoledì 10 giugno, nelle successive fasi di monitoraggio del torrente Annecchia», racconta il presidente provinciale dell'Arci Fisa, Giuseppe Zappetti, «oltre al residuo della strana colorazione presente abbiamo scoperto una notevole massa di fanghiglia che non era presente nei giorni precedenti al controllo». Zappetti ha messo al corrente le forze dell'ordine, la Asl e la Regione. «É necessario un rapido e sollecito intervento per risalire e colpire quanti deturpano e violano continuamente il nostro già martoriato territorio», annota Zappetti. Una denuncia motivata dalle numerose aggressioni ai corsi d'acqua della vallata del Trigno La Procura di Vasto da tempo sta indagando sull’inquinamento del Trigno. A condurre l’inchiesta è il sostituto procuratore della Repubblica, Enrica Medori. Sulla scrivania del magistrato sono finiti diversi faldoni preparati dai carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico e dalla Forestale. La magistratura vastese è decisa a dare un nome a chi ha inquinato l’ansa di Pietrafracida (Lentella) portando al declassamento dell’acqua. Il reato ipotizzato è inquinamento ambientale. L’inchiesta fa il paio con l’indagine aperta dalla Procura di Larino sulla presenza di arsenico nel fiume. L’indagine del Noe si svolge su un raggio di 80 chilometri (tanto è lungo il fiume da Vastogirardi, in Molise, a Lentella) concentrandosi in particolare nel tratto compreso fra Lentella e Fresagrandinaria. Gli investigatori stanno valutando tutte le ipotesi. L’auspicio di tutti è che prima possibile si riesca a stabilire chi inquina il fiume e gli affluenti, che cosa, se e quante sono le discariche abusive nella zona, come funzionano i depuratori. E sul funzionamento dei depuratori da anni insiste anche Augusto De Sanctis, già responsabile regionale del Wwf.
L'Arci Pesca torna ora a ribadire la necessità di avere risposte chiare sulle condizioni del fiume, magari istituendo un tavolo tecnico che affronti i problemi del Trigno e dei torrenti che sversano nel fiume.
Paola Calvano

giovedì 4 giugno 2015

RIPOPOLAMENTO TROTE 2° FASE

AL VIA IL  SECONDO RIPOPOLAMENTO ITTICO NELLE ACQUE DELLA PROVINCIA DI CHIETI.

Lentella 04/06/2015. Si
pubblica quanto ricevuto questo pomeriggio  a mezzo e-mail inviata dagli Uffici della Provincia di Chieti, Settore 7, in merito al programma di semina trote fario cm 22-24, seconda fase.
Programma semine trote fario cm. 22/24 -   2° fase:

 
lunedì 08 giugno2015
Uscita  A14 Val di Sangro,  ore 9:00 -
Kg. da immettere 700.
Fiume Sangro kg.550,  Fiume Verde kg. 150.
 
Martedì 09 giugno2015  
Uscita  A14 Vasto Sud,  ore 9:00 - 
Kg. da immettere 780.
Fiume Trigno kg. 80.  Fiume Sinello kg. 300.
Fiume Aventino kg. 200, Torrente Avella kg.60.
Fiume Aventino, tratto del fiume ricadente nel Comune di Lama dei Peligni con uso civico kg. 140.

Mercoledì 10 giugno 2015
Uscita  A14 Pescara sud – Francavilla al mare,  ore 9:00 -
Kg. da immettere 520.
Fiume Foro kg.350,  Torrente Arielli kg.40, Torrente Alento kg.40, Torrente Venna kg.60, Torrente Vesola kg.30.
 
Il Presidente della Provincia ha pertanto decretato «la chiusura totale dell’attività piscatoria dal giorno 08 giugno al giorno 12 giugno 2015 compresi, dei fiumi ricadenti nel territorio della Provincia di Chieti».
  
E' possibile richiedere a questa Organizzazione, a mezzo mail arcipesca.chieti@virgilio.it , una copia del programma con luoghi e quantitativi da immettere,  solo se si dimostra di essere soci.
 
 

CHIUSURA DELLA PESCA................

CHIUSURA TEMPORANEA DELL’ATTIVITÀ PISCATORIA IN PROVINCIA DI CHIETI D.P. 16 DEL 04.06.2015
Misura necessaria per il ripopolamento ittico di trote pronta cattura dal giorno 08 giugno al giorno 12 giugno 2015 compresi, nei fiumi ricadenti la Provincia di Chieti.

CHIETI 04 GIU.2015 – «Chiusura temporanea dell’attività piscatoria della rete fluviale provinciale dal 08 giugno al 12 giugno 2015 per attività di ripopolamento nelle acque interne», si legge sul decreto provinciale n. DP – 16 del 04/06/2015.
Il decreto si rende necessario per concretizzare il ripopolamento ittico delle acque interne provinciali della seconda fase per la stagione 2015.
«Il Settore Tutela e Valorizzazione dell’Ambiente e delle Acque, Tutela della Fauna, in data 21.05.2015 ha concordato con le Associazioni ittiche maggiormente rappresentative a livello provinciale il programma della seconda fase di ripopolamento ittico da effettuarsi nel periodo dal giorno 08 giugno  al 12 giugno 2015».
Il Presidente della Provincia ha pertanto decretato «la chiusura totale dell’attività piscatoria dal giorno 08 giugno al giorno 12 giugno 2015 compresi, dei fiumi ricadenti nel territorio della Provincia di Chieti».

mercoledì 3 giugno 2015

CORSO FORMAZIONE PER AGENTI ITTICI...........

N.B.: Il corso inizia venerdì 12 giugno 2015.


CORSO FORMAZIONE AGENTI ITTICI

ARCI PESCA FISA - ABRUZZO CORSO-FORMAZIONE PER ASPIRANTI AGENTI ITTICI AMBIENTALI.

Nell’ambito della programmazione e  formazione annuale, questa Organizzazione di Volontariato, a partire dalla data di venerdì 12 giugno 2015, ore 20:30 circa, darà  via l’inizio del corso–formazione per gli aspiranti Agenti Ittici Ambientali nella Regione Abruzzo.
Le lezioni a carattere gratuito,  si terranno presso la biblioteca Comunale di Lentella (Ch), in Via Circonvallazione Palmito Togliatti sn, in quanto struttura fornita di  strumenti  informatici per un alto numero di partecipanti.
Al termine, la Commissione di Vigilanza, dietro esame finale, rilascerà attestato per la presentazione alla nomina di Guardia Particolare Giurata Volontaria  presso la competente Polizia Provinciale di appartenenza.
Inoltre, in contemporanea con l’attività di sopra citata, inizierà  per quanti hanno fornito l’assenso alla partecipazione,  entro il termine del 30 maggio scorso, il corso per n°02 Coordinatori di Zona, suddivisa in tre lezioni.
La partecipazione è libera e non da diritto ad alcun compenso.
Cordiali saluti.
 
Per la Segreteria Regionale ARCI PESCA FISA - Abruzzo
Il Coordinatore della Vigilanza - Prot. Civile - Relazioni Esterne
Giuseppe Zappetti