martedì 31 marzo 2015

CORPO FORESTALE DELLO STATO.....

IL TAGLIO DEI FORESTALI
Corpo Forestale, Governo Renzi vuole cancellarlo dopo due secoli di storia
Accorpamento con altre forze di polizia. Molte polemiche, dubbi e sospetti


31.03.2015 PESCARA. Scioglimento o accorpamento che dir si voglia, il Governo Renzi rischia di essere ricordato come quello che ha cancellato di fatto il Corpo Forestale dello Stato dopo quasi due secoli di storia.
A stabilirlo è il DDL sulla riforma della Pubblica amministrazione all'esame del Senato che candida il Corpo Forestale dello Stato alla soppressione facendo scendere i corpi di polizia da 5 a 4. Una iniziativa che ha già scatenato numerose reazioni perchè se da un lato l'operazione viene giustificata con la sempre buona "spendig review" dall'altra ci soo incongruenze che non tornano e sospetti non chiariti che hanno dato adito a "teorie del complotto" proprio in un momento in cui l'ambiente è sotto assedio da parte di lobbies economiche più o meno potenti.
Il Corpo Forestale conta un totale di circa 8mila unità e un migliaio di stazioni disseminate tra zone montane e rurali, è presente in 15 Regioni con Comandi provinciali e regionali per un totale di 1.200 strutture. Il personale è in esubero nelle zone del Centro Sud, mentre scarseggia in quelle del Nord, inoltre, con la legge n. 4/2011 sono state costituite delle sezioni di polizia giudiziaria del Corpo Forestale presso Procure e Tribunali che assorbe circa 300 agenti e questo va a influire sull'organico che è già scoperto per il 15%.
Non mancano le polemiche e a preoccupare sono l'effettiva utilità, in termini di spending review, dell'eventuale assorbimento del Cfs in altre forze di polizia, ma anche l'impatto che questo avrebbe sulla tutela ambientale e del territorio.
Secondo alcuni calcoli, inoltre, l'addio al Corpo Forestale comporterebbe un aggravio di costi a partire dalla divisa: il “cambio d'abito” potrebbe arrivare a costare circa 12,3 milioni di euro, calcolando 7.000 unità a cui sostituire la divisa. Ma la cifra potrebbe lievitare ancora ed arrivare a 24,5 milioni di euro aggiungendo le altre spese rese necessarie dal cambiamento: colorazione dei mezzi che dovranno essere resi conformi alla Forza di Polizia in cui confluiranno (1.700 unità, costo stimato 8,3 milioni di euro) e per la flotta aerea (2,45 milioni di euro); formazione (circa 1,54 milioni di euro).
Il 31 marzo il voto passerà all’Assemblea del Senato e se poi anche la Camera lo approverà il provvedimento diverrà Legge.
«Bizzarro che, mentre il Parlamento sta discutendo la nuova normativa sugli ecoreati e dopo aver approvato la normativa contro l'importazione di legno illegale, si voglia allo stesso tempo abolire il Corpo Forestale, che ha una indiscutibile esperienza proprio nella repressione dei reati ambientali, su cui svolge, e da tempo, una intensa attività», dice Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greepeace Italia.
«Accorpare la Forestale alla Polizia di Stato è un errore gravissimo che, sebbene involontariamente, favorirà le ecomafie e tutti coloro che violano le leggi ambientali nel nostro Paese», sostiene invece il presidente della Lipu-Birdlife Italia Fulvio Mamone Capria.

SINDACATI: «SERVE VERA RIORGANIZZAZIONE
I sindacati Sapaf, Ugl, Snf, Fp Cgil, Fns Cisl, Uil-Dirfor e Up sono sul piede di guerra e sostengono che «la riforma dei Corpi di Polizia deve rendere l'apparato sicurezza più efficiente superando le duplicazioni di funzioni e garantendo comunque la presenza capillare sul territorio degli operatori, evitando inutili accorpamenti che non garantiscono la migliore risposta delle istituzioni ai cittadini».
«Il Corpo forestale - si legge in una nota - deve essere riorganizzato e deve dedicarsi esclusivamente a svolgere le predette funzioni strategiche di tipo ambientale ed agroalimentare, funzioni queste di straordinaria importanza volte a garantire il bene comune dei cittadini, eliminando nel contempo funzioni ed attività che rappresentano duplicazioni e sovrapposizioni con altri Corpi dello Stato. Ipotesi di accorpamenti sono di fatto semplificazioni che non vanno nella direzione di valorizzare i servizi e creare chiare sinergie tra i vari Corpi e Amministrazioni, ma avranno invece il solo effetto di eliminare funzioni ed abbassare il livello e la diffusione dei controlli di legalità sul territorio del Paese».
Per queste ragioni i sindacati chiedono al Parlamento, ed al Senato di ascoltare la voce degli operatori e si appellano a tutte le associazioni ambientalistiche, alle istituzioni locali, ai parlamentari e «alle persone di buona volontà che hanno a cuore l'ambiente, il territorio ed una migliore qualità della vita, di sostenerci in questa battaglia di civiltà».

IN ITALIA 305MILA AGENTI PER 5 CORPI
La pubblica sicurezza è affidata in Italia a 305 mila agenti divisi in cinque differenti corpi: Carabinieri (105 mila), Polizia (95 mila), Guardia di finanza (60mila), Polizia penitenziaria (38 mila), Corpo forestale dello Stato (settemila). Gli organici sono in continuo calo, dopo i tagli degli ultimi anni: polizia e carabinieri hanno subito una sforbiciata di 15 mila effettivi a testa in poco tempo. Nonostante ciò, l'Italia rimane tra i primi Paesi europei per numero complessivo di agenti.

Negli ultimi 10 anni anche in Abruzzo il Corpo Forestale ha avuto un ruolo rilevante nell'ambito delle grandi inchieste che hanno avuto sullo sfondo l'ambiente. Si ricordano quelle che hanno portato alla scoperta dei veleni di Scurcola Marsicana nel 2005 e della mega discarica di Bussi nel 2007, indagini che hanno ridisegnato le rotte dei rifiuti illeciti e lo smaltimento irregolare anche se i processi non hanno prodotto condanne.
La Forestale ha avuto inoltre un ruolo fondamentale anche in inchieste sulla pubblica amministrazione come le inchieste sull'urbanistica a Spoltore, a L'Aquila del dopo terremoto (si ricorda l'inchiesta sui balconi crollati) o l'ultima inchiesta in corso sullo smaltimento di terre che ha prodotto arresti e tirato dentro il primo cittadino di Chieti, Umberto Di Primio, indagato per corruzione.   
In un momento dove la corruzione, i reati ambientali segnano record storici, dove la popolazione sente il bisogno di maggiore sicurezza e giustizia l'attuale governo cerca di sopprimere le sentinelle dell'ambiente.

STOP ALLA PESCA PER RIPOPOLAMENTO

CHIUSURA MOMENTANEA DELL’ATTIVITÀ PISCATORIA IN PROVINCIA DI CHIETI
Misura necessaria per il ripopolamento ittico di trote pronta cattura sino a venerdì 03 aprile 2015.

31/03/2015 CHIETI – «Chiusura temporanea dell’attività piscatoria della rete fluviale provinciale dal 30 marzo al 3 aprile 2015 per attività di ripopolamento», si legge sul decreto provinciale n. DP – 8 del 26/03/2015.

Il decreto si rende necessario per concretizzare il ripopolamento ittico delle acque interne provinciali in vista della ripresa della stagione ittica 2015.

«Il Settore Tutela e Valorizzazione dell’Ambiente e delle Acque, Tutela della Fauna, in data 24.3.2015 ha concordato con le Associazioni ittiche maggiormente rappresentative a livello provinciale il programma della prima fase di ripopolamento ittico da effettuarsi nel periodo dal 30 marzo al 2 aprile 2015».

Il Presidente della Provincia ha pertanto decretato «la chiusura totale dell’attività piscatoria dal giorno 30 marzo al giorno 3 aprile 2015 compresi, dei fiumi ricadenti nel territorio della Provincia di Chieti».

lunedì 30 marzo 2015

PROTESTE NEL VASTESE

DURA REAZIONE DELL’ARCI PESCA FISA CHIETI PER IL MANCATO RIPOPOLAMENTO NEI FIUMI TRIGNO E TRESTE NEL VASTESE.

Apprendo, non senza stupore, che nella prime fase del ripopolamento in programma nei prossimi giorni, una buona fetta di pescatori sportivi, rimarranno esclusi poiché non ci sarà la semina delle trote nei luoghi in passato oggetto di ripopolamento.
Tutto il territorio provinciale, viene interessato da un consistente programma di semine con trote pronta cattura, ma il Vastese è solo marginalmente coinvolto con un misero quantitativo di 80 kg sul Trigno e circa kg.200 sul Sinello.
Altrove è manna caduta dal cielo, se si pensa che il solo fiume Foro, riceverà nel giorno 01 aprile un quantitativo di kg. 350, di poco inferiore al fiume Sangro con i suoi kg. 430.
La motivazione resa dal Consigliere delegato Piscicelli nella riunione di martedì 24 marzo, unico rappresentante della Provincia vista l’assenza del Comandante della Polizia Provinciale, assente per motivi di salute, è stato quello di addurre la  mancanza del documento “VINCA”, in quanto i fiumi in questione ricadono nei territori SIC, cioè Siti d’Importanza Comunitaria.
SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA.
Sono decenni che la Provincia di Chieti effettua i ripopolamenti nei fiumi Treste e Trigno, e guarda caso si accorge solo adesso che manca questo documento.
In tutte le riunioni trascorse, questa Associazione unitamente al WWF ha ricordato la necessità di avere questo documento. Ma avendo lo stesso un costo esoso e tempi lunghi di attesa, si capisce il perché non è mai stato richiesto.
Ma la beffa non è finita qui.
Guarda caso si ripopolano alcuni tratti del fiume Sangro classificati di “categoria B”, a partire a valle dell’Oasi di Serranella.
Dentro il  tratto gestito dalla FISPAS Chieti, in località Villa S. Maria sul fiume Sangro.
Nel tratto uso civico del Comune di Lama dei Peligni, sul fiume Aventino, gestito dall’Associazione Enalpesca.
E nel vastese???????????????????? Non vi sono buoni pescatori? Non vi sono Associazioni ittiche?
Mi domando e mi chiedo: Se è stato possibile ripopolare il fiume Sangro e il fiume Aventino, con un così elevato quantitativo di trote, non era possibile farlo in egual misura anche sul fiume Sinello?
Aggiungendo altri tratti di ripopolamento nelle località di Carpineto Sinello, Gissi, Monteodorisio, Scerni  e Vasto? In modo da avere una giusta compensazione per quanto perso sui fiumi Trigno e Treste.
Insomma, un atto di equità nei confronti di chi paga la licenza di pesca nel territorio del VASTESE.
Per quanto sopra e per dare voce ad una significativa protesta, invito tutti i pescatori del vastese, ad inviare. una mail di protesta  indirizzata al Presidente della Provincia di Chieti al seguente indirizzo presidente@provincia.chieti.it contenente la dicitura:
MANCATO RIPOPOLAMENTO NEL VASTESE.   IO PESCATORE CONTO!!!!!!!!
NESSUNO TOCCHI IL TURCANO E PARELLO.   IO PESCATORE CONTO!!!!!!!!

Il Presidente
Giuseppe Zappetti

domenica 29 marzo 2015

PROTESTE PER IL MANCATO RIPOPOLAMENTO

PRIME REAZIONI ALLA MANCATA SEMINA DEI FIUMI TRIGNO E TRESTE.

Riceviamo e pubblichiamo.
Vasto 28.03.2015 - Ho potuto constatare, purtroppo, che nei ripopolamenti quest'anno, dopo non so quanto tempo, verrà escluso tutto il fiume Treste ed il Trigno, (solo Zona San Giovanni) lasciando completamente fuori dal ripopolamento Vasto e tutto l alto vastese.
Se per il Trigno la decisione non mi dispiaccia essendo ormai una discarica a cielo aperto ed un fiume di fango perenne, per il Treste il discorso è diverso.
Torrentello con poca acqua...... è vero, che va in secca l estate. ...è vero, ma che permetteva belle pescate in acqua limpida con relativa facilità di accesso all alveo e che permetteva, anche se per pochi giorni all anno, ai cittadini dell alto vastese (che pagano la licenza alla provincia come gli altri) di pescare senza dover fare ore di macchina per trovare qualche trotella da far abboccare.
Nel 2015 questo non è più possibile.....perché?
Il Treste è inquinato? Forse.......non più e non meno di altri corsi d'acqua.
Il Treste va in secca? Sicuramente....ma il ripopolamento è PRONTA CATTURA e le trote pollo vengono immesse per essere pescate e non per riprodursi
.....allora perché? ?
Perché la provincia si è dimenticata di chiedere l’autorizzazione a seminare trote in zona SIC? Probabile......
Se cosi fosse, (aspetto almeno una comunicazione ufficiale da parte degli organi preposti) questo è inaccettabile come giustificazione da dare ai miei soci e a tutti i pescatori di Vasto e dell alto vastese, assidui frequentatori del torrente.
Chiedo, in fine, a te Presidente e a chi ne abbia la possibilità, di sensibilizzare chi di dovere su questa problematica e più in generale sulla problematica dei ripopolamenti che stanno, col passare degli anni, diventando sempre più una barzelletta a discapito di pescatori sportivi che tra divieti, quote, permessi, tesserini, bracconieri stanno cercando di tenere in piedi un settore ormai morente.

Dott. Petrella Vittorio
Guardia giurata ittica prov Chieti
Pres. MSC FISHING VASTO

RIPOPOLAMENTO TROTE 2015 - 1° FASE

AL VIA IL PRIMO RIPOPOLAMENTO ITTICO NELLE ACQUE DELLA PROVINCIA DI CHIETI.

Riceviamo e pubblichiamo quanto ricevuto nel pomeriggio di venerdì 27/03/2015, ore 14:30,  a mezzo e-mail inviata dagli Uffici della Provincia di Chieti, Settore 7, in merito al programma di semina trote fario cm 22-24, per il mese di aprile 2014.


Programma semine trote fario cm. 22/24 -   1° fase.

30 MARZO 2015
Uscita  A14 Val di Sangro,  ore 9:00 -
Kg. da immettere 550.
Fiume Sangro kg.430,  Fiume Verde kg. 120.
I torrenti Turcano e Parello inizialmente inclusi nel calendario semina con kg. 250, sono esclusi per ovvie ragioni di tutela ambientale.
 
31 MARZO 2015  – Uscita  A14 Vasto Sud,  ore 9:00 - 
Kg. da immettere 540.
Fiume Trigno kg. 80,  Fiume Treste escluso……………, Fiume Sinello kg. 200.
Fiume Aventino kg. 200, Torrente Avella kg.60.
Fiume Aventino, tratto del fiume ricadente nel Comune di Lama dei Peligni con uso civico kg. 140.

01 APRILE 2015 – Uscita  A14 Pescara sud – Francavilla al mare,  ore 9:00 -
Kg. da immettere 380.
Fiume Foro kg.350,  Torrente Arielli kg.40, Torrente Alento kg.40, Torrente Venna kg.60, Torrente Vesola kg.30.

La fornitura del novellame sarà effettuato alle date e nelle località di sopra indicate dalla ditta ITTICOLTURA  di DI CARLO Mariano di Bussi sul Tirino (Pe), aggiudicataria della gara, e alla presenza  degli Agenti di Polizia Provinciale che assicureranno il controllo.

lunedì 23 marzo 2015

DI CHI E' LA COLPA??????????

Mario Negri sud, un disastro annunciato.
Il commissario prefettizio: «ecco perché non può continuare»

ABRUZZO 16.03.2015. Un disastro annunciato. E inevitabile. La nomina dei commissari liquidatori del Mario Negri sud - e quindi la sua fine sostanziale - non sembra essere stato un fulmine a ciel sereno, per cui appaiono fuori bersaglio anche le critiche all’operato del prefetto di Chieti per aver segnalato la sofferenza del Negri sud al Tribunale di Chieti, che poi ha nominato i liquidatori.
Stando alla relazione del Commissario straordinario Luciano Fratocchi, nominato dal Prefetto a novembre scorso e coadiuvato da Gianfranco Attili e Fausto Zulli, da cinque-sei anni era evidente il fallimento di questa attività, il cui fatturato scendeva mentre le spese aumentavano. Ed i commissari non hanno fatto altro che analizzare i bilanci, i verbali del CdA, le relazioni sindacali, l’elenco dei debiti e dei crediti, le commesse di lavoro, la situazione degli immobili e così via. Ed è emerso che il valore della produzione, cioè quello che l’istituto incassava con il lavoro svolto, era di oltre 9 mln nel 2007 per precipitare a 2,5 mln (la stima per il 2014), con un crollo percentuale del 60%. Mentre la differenza tra i costi della produzione che nel 2007 era in positivo di 151 mila euro, nel 2013 sfiorava il meno 3 mln, con un aumento progressivo della forbice. E così aumentava anche l’indebitamento che passava dai 5,7 mln del 2007 ai 7,5 mln del 2013.
E con questi numeri, conclude la relazione, non era possibile «il proseguimento della Fondazione Mario Negri sud».
NEGLI ANNI SCORSI C’ERA CHI REMAVA CONTRO IL MARIO NEGRI SUD Da quello che si capisce, sotto accusa non è tanto il dato contabile, inconfutabile, quanto le politiche gestionali che appaiono immobili e rassegnate al declino. Anche la trasformazione del Consorzio iniziale in Fondazione, presentata all’epoca come la panacea dei tanti guai finanziari, non si è rivelata vincente, perché – a differenza di quanto si propagandava – non è stata trasferita al Mario Negri sud la proprietà degli immobili per consentire alle banche di continuare a prestare soldi con la garanzia del mattone. Infatti alla nuova Fondazione è stato trasferito l’usufrutto dell’edificio, anche se va detto che dai dati contabili è evidente che nemmeno la proprietà piena avrebbe salvato il Mario Negri sud.
Quello che sembra chiaro, da una serie di atti ricostruiti nella relazione del commissario straordinario, è che è mancata la volontà politica di salvare questo istituto che era un fiore all’occhiello della ricerca, non solo abruzzese. E’ ancora da dimostrare che le spoliazioni di progetti, la politica suicida sul personale, gli sprechi (tutto documentato dalla relazione) siano stati frutto di un disegno o dell’incapacità dei politici di progettare uno sviluppo anche regionale, basato sulla ricerca e sull’innovazione.
E’ però evidente che molti remavano contro il Negri sud. Adesso i tre liquidatori dovranno valutare la posizione dei dipendenti e la regolarità delle contribuzioni previdenziali, anche se non essendo stato possibile l’esercizio provvisorio questo significa che l’attività è chiusa.
L’ultima speranza è che la Regione possa inventare un contenitore in cui far lavorare ed eventualmente far tornare a fare ricerca tutti quei ricercatori che si sono fatti onore in Italia, ma che non hanno avuto molte commesse né dalle Asl abruzzesi né dalla Regione, né tanto meno dalle università, che non hanno fatto sistema e massa critica, ma che invece a volte si sono appropriate di alcuni lavori.
Sebastiano Calella

RIDERE ....CHE RIDERE

DUE SANE RISATE............
Senza offesa a nessuno!

domenica 22 marzo 2015

RIPOPOLAMENTO TROTE

RIPOPOLAMENTO TROTE STAGIONE ITTICA 2015.

L’Associazione nella data di venerdì 20 marzo, è stata informata che nel pomeriggio di martedì 24 marzo 2015, ore 15:30 circa,  presso gli Uffici del Settore 7 della Provincia di Chieti, si terrà un incontro per la programmazione della semina di trote pronta cattura.

Chi vuole dare suggerimenti per i luoghi e tratti, può contattare direttamente questa Associazione a mezzo mail.

martedì 10 marzo 2015

TESSERINI SEGNA CATTURA.

ULTIM’ORA.

I TESSERINI SEGNA CATTURA ANNO 2015 SONO IN DISTRIBUZIONE PRESSO GLI UFFICI DELLA PROVINCIA DI CHIETI.

Per quanti sono in possesso del foglio provvisorio “A4”, il rilascio del nuovo tesserino è subordinato alla riconsegna della stessa,  obbligatoriamente presso l’Ufficio dove è avvenuta la consegna della domandina.

Per chi non ancora ha effettuato la richiesta per l’anno in corso, a giorni, il rilascio può avvenire anche tramite le Associazioni di pesca riconosciute tra cui “ARCI PESCA FISA, FIPSAS, ENALPESCA e LIBERA PESCA”, dietro istanza debitamente compilata e  fotocopia della licenza di pesca in corso di validità.

Buone notizie anche per il ripopolamento delle trote il cui appalto è stato aggiudicato dalla ditta ittica “Di Carlo” di Bussi (Pe).

In attesa della consegna di alcuni documenti da parte della ditta aggiudicatrice,  la Provincia in accordo con la Polizia Provinciale,  sta elaborando il calendario semina per i tratti di fiumi interessati.

A giorni il documento finale.

PROVINCE ABRUZZESI

l CAL approva il disegno di legge sul riordino delle funzioni.

UPI - Unione Province d''Italia
La copertura finanziaria è il vero nodo da sciogliere

E’ stata approvata in mattinata la proposta di legge regionale delle quattro Province Abruzzesi all’ordine del giorno del Consiglio delle Autonomie Locali.
La copertura finanziaria il vero nodo da sciogliere per confezionare un disegno di legge valido, voluto con determinazione dai Presidenti Antonio Del Corvo, Mario Pupillo, Antonio Di Marco, Renzo Di Sabatino oggi presenti alla discussione del testo elaborato dai dirigenti Paola Contestabile, Giancarlo Moca, Paolo Campea e Pietro De Camillis referenti tecnici delle quattro province presso l’Osservatorio regionale.
A declinare gli aspetti salienti del disegno di legge il Presidente dell’UPI Abruzzo Antonio Del Corvo, che ha messo in evidenza l’urgenza di legiferare sul riordino delle funzioni non più di competenza delle province in base alla legge Delrio, partita che la Regione deve chiudere entro il 31 marzo. In scadenza, alcuni adempimenti per le province abruzzesi quali l’elenco nominativo del personale soprannumerario da ricollocare in altri enti e il piano di riassetto organizzativo, patrimoniale, economico e finanziario, attività pregiudicabili da una tardiva o insufficiente legge del Consiglio regionale che non individui in modo certo tempi, chi fa cosa e con quali risorse.

“Il processo di trasformazione delle province è irreversibile – dichiara il Presidente Del Corvo – e le istituzioni sono chiamate ciascuna a fare la propria parte. Con la nostra proposta di legge abbiamo ridisegnato l’assetto delle funzioni amministrative a livello territoriale secondo il principio di sussidiarietà e adeguatezza in modo da garantire un esercizio ottimale dei servizi finora erogati ai cittadini, interpretando al meglio lo spirito della riforma Delrio che configura le nuove province come comunità locali di area vasta”.
Chiara l’articolazione delle funzioni fondamentali che restano in capo alle province in basa alla legge 8 aprile 2014 n 56: la pianificazione territoriale provinciale di coordinamento; la tutela e valorizzazione dell’ambiente su competenze di normativa nazionale; la pianificazione dei servizi di trasporto e di autorizzazione e controllo nel trasporto privato; la costruzione, classificazione e gestione delle strade provinciali e regolazione circolazione stradale; la programmazione provinciale della rete scolastica e gestione edilizia scolastica per scuole superiori; la raccolta ed elaborazione dati, assistenza tecnico amministrativa agli enti locali, progettazione fondi europei; il controllo fenomeni discriminatori in materia occupazionale e promozione pari opportunità.

 “Nell’ottica dell’area vasta – spiega il Presidente Del Corvo – la legge Delrio attribuisce alle province la cura dello sviluppo strategico del territorio e la gestione servizi in forma associata tra Comuni e tra Province; la predisposizione di documenti di gara, di stazione unica appaltante, di ufficio unico di monitoraggio dei contratti di servizio e di organizzazione di concorsi e procedure selettive. I servizi di rilevanza economica,  ad esempio la gestione del ciclo acque e rifiuti che siamo pronti a svolgere immediatamente, e le altre attività di supporto ai Comuni consentirebbero alle province di introitare risorse utili all’esercizio delle funzioni fondamentali oggi in sofferenza per via dei tagli alle entrate e del contributo alla finanza pubblica richiesto alle province per il 2015”.
Da riattribuire ad altri enti, immediatamente, tutta una serie di funzioni delegate a suo tempo dalla regione e oggi non più sostenibili dalla casse delle province abruzzesi alle prese con difficoltà finanziarie notevoli, che impongono alle strutture di dirottare le poche risorse a disposizione esclusivamente all’esercizio delle funzioni fondamentali di grande impatto per la collettività, si parla di manutenzione stradale, edilizia scolastica, autorizzazioni ambientali.

 “Ai Comuni – aggiunge il Presidente Del Corvo – sono da trasferire immediatamente gli interventi per l’attuazione del diritto allo studio, l’assistenza ai ciechi e sordomuti, le agenzie di viaggio e turismo e della professione di direttore tecnico. Alla regione invece la formazione professionale, l’agricoltura (UMA), caccia e pesca nelle acque interne e servizi tecnici attività territoriali (EX GENIO CIVILE) sismica e demanio idrico, oltre alla raccolta funghi epigei. Il passaggio delle funzioni delegate implica naturalmente quello del personale provinciale assegnato e delle risorse economiche lì dove sono state erogate dalla regione”.
Prossimo step dell’iter legislativo si gioca in Consiglio regionale, dove la trasmissione del testo di legge all’Ufficio legislativo promossa a pieni voti dal Cal, potrebbe concludere positivamente il percorso intrapreso e far salire l’Abruzzo sul podio delle regioni più operative nell’attuazione della riforma istituzionale.

DANNI MALTEMPO

Canali ostruiti: a Fresagrandinaria 50mila euro di danni per il laghetto di pesca sportiva


A sinistra il lago prima del maltempo, a destra com'è oggi.
FRESAGRANDINARIA 09.03.2015 - «Non era un "impianto di pesca sportiva", ma un acquario con acqua limpida, azzurra e il proprio ecosistema. Oggi è andato tutto perso». C'è infinita amarezza nelle parole di Nicola Paganelli, titolare del laghetto 'Il pesce fuor d'acqua' di Fresagrandinaria a poca distanza dalla Statale Trignina. La storia della sua attività e dei danni ricevuti durante l'ultima ondata di maltempo è una delle tante legate all'assenza di manutenzione dei canali tra i campi, di cui le responsabilità rimbalzano tra i vari enti. 
Il 5 marzo scorso, l'acqua proveniente dalle colline di Fresagrandinaria, arrivata a valle, ha trovato un terrapieno che le ha impedito di raggiungere il Trigno. Si è così creato un accumulo che ha iniziato a defluire con forza nell'invaso di pesca sportiva. Il laghetto ha una profondita di 8 metri, dopo le piogge è arrivato a 13 metri. L'acqua impetuosa ha trascinato con sé fango, pietre, detriti vari sommergendo la stradina di servizio (dove i pescatori si appostavano durante le gare), una piccola ruspa e provocando il cedimento delle pareti dell'invaso. Le piante di ulivo che si trovavano sul bordo oggi sono in acqua, anche la recinzione che segna il confine con altri privati è in bilico (nella galleria fotografica).
Un danno enorme che Paganelli quantifica in 50mila euro. «Solo il mezzo meccanico aveva un valore di oltre 10mila euro - spiega - Chi non è del mestiere potrebbe pensare che dell'acqua in più non è un problema. Quando il livello inizierà a scendere, i lavori da fare saranno tantissimi: svuotare tutto l'invaso per togliere fango e detriti, rimettere a posto il fondale drenante, ricostruire le pareti e le scarpate e metterle in sicurezza. I terreni confinanti non sono miei e c'è bisogno di 2 metri di spazio aggiuntivo. Inoltre, ci sono due quintali e mezzo di trote immesse per una gara in programma nel fine settimana appena trascorso. Non sono gli unici pesci, ci sono altri quintali di altre specie che grazie all'ecosistema creatosi riuscivano anche a riprodursi».

L'amarezza di Paganelli si acuisce con la consapevolezza dell'evitabilità di quanto accaduto. I canali non hanno trovato sfogo nel fiume; sarebbe bastato aprire un varco nel terrapieno per far defluire l'acqua che invece è tornata indietro (nella prima foto l'accumulo di acqua ormai asciutto che è tornato indietro finendo nel lago, nella seconda il terrapieno che ha fatto da ostacolo).
Accanto al laghetto c'è anche un impianto del consorzio di bonifica: tubi enormi dove passa una grande quantità d'aqua proveniente dalla diga di Chiauci. «Il mio timore - racconta Paganelli - era che potesse rompersi. A quel punto l'allagamento avrebbe interessato tutta la zona. Nonostante questo, le mie richieste di aiuto sono cadute nel vuoto».
È la scarsa attenzione alla problematica, già conosciuta anche dal Comune, l'altra nota dolete dell'intera faccenda.  «È vero che quel giorno le emergenze erano diverse, ma qui sarebbe bastato davvero poco per evitare tutto ciò. Io non voglio parlare di calamità naturale, perché qui si tratta di assenza di manutenzione».

Un giovane sansalvese con radici fresane (il padre è di contrada Guardiola), Paganelli, che ha deciso di investire nella propria terra d'origine e che oggi vede anni di sacrifici finiti sott'acqua. «Ho impiegato anni - ricorda - per avere tutte le autorizzazioni necessarie. La struttura di supporto al laghetto l'abbiamo costruita io e mio padre. Le mie tasse le pago a Fresagrandinaria. Oggi a nessuno interessa. Il sindaco non mi ha neanche saputo consigliare su come muovermi ora, lavandosene le mani, un atteggiamento che non mi è piaciuto».
«Una cosa è certa - conclude Paganelli - adirò le vie legali per accertare le responsabilità di qualunque ente si tratti».
Antonino Dolce




domenica 8 marzo 2015

CORSO- FORMAZIONE G.P.G. ITTICHE VOLONTARI

LENTELLA, IL 14 MARZO 2015 LA TERZA PARTE DEL CORSO 'REATO AMBIENTALE. QUANDO?'

LENTELLA - Sabato 14 marzo 2015 si terrà la terza parte del corso-formazione "Reato ambientale. Quando?"
 
L'appuntamento è nei locali della biblioteca Comunale di Lentella (ore 15).

Docente del corso, il  dott. Vincenzo Ronzitti, ex Direttore dell'Arta (distretto di San Salvo).

venerdì 6 marzo 2015

MALTEMPO IN ABRUZZO

Disagi nella Provincia di Chieti.

Intenso lavoro serale e notturno degli Agenti  Ittici e Volontari Protezione Civile dell’ARCI PESCA FISA di Chieti, che hanno costantemente monitorato  i principali fiumi  e torrenti della Provincia di Chieti.
Dalle prime ore della mattina, Il livello idrometrico dei fiumi, stanno rientrando seppure  lentamente al di sotto della  soglia di preallarme, tra essi i fiumi Sangro, Sinello, Treste e Trigno.
In particolare si segnala Il fiume Treste che nel corso della notte ha continuato a erodere la sponda nord, prima della congiunzione con il  fiume Trigno, in territorio di Cupello, e una centralina della Stogit ora è pericolosamente in bilico sul fiume.
Un elogio e un ringraziamento sentito agli Agenti in servizio di  Roccaspinalveti e Carpineto Sinello, che hanno prestato servizio e assistenza ai malcapitati automobilisti, sino al rientro delle loro abitazioni  questa mattina intorno alle ore 05:00. 
Fiume Trigno. Tufillo

Fiume Trigno. Dogliola


Fiume Sinello. Guilmi

Fiume Treste  in località Cupello. Centralina STOGIT in bilico.

Fiume Treste nel mese di gennaio 2015.
Si ringrazia la redazione TRIGNO.NET per la concessione delle due foto del f. Treste.