domenica 30 marzo 2014

RIFIUTI LUNGO LA VALLE DEL TRIGNO

'Inquinatori notturni' nuovamente in azione: abbandono di eternit a San Felice
Area recintata dal Comune
SAN FELICE DEL MOLISE 24.03.2014
Come l'erba cattiva gli inquinatori notturni non muoiono mai. Questa volta sono entrati in azione in territorio di San Felice del Molise. 
Lo sversamento di eternit - contenente amianto - risale probabilmente alla notte tra giovedì e venerdì scorso sulla fondovalle Castellelce all'uscita dalla Statale Trignina. Venerdì 21 gli uomini della Guardia Forestale hanno fatto un sopralluogo dell'area e il Comune ha provveduto a recintare la zona apponendo il cartello 'Rifiuto pericoloso'.
Si tratta dell'ennesimo scempio ai danni della valle del Trigno a opera di criminali ambientali che evitano di smaltire correttamente gli scarti edili inquinando il territorio. In questo caso alcune delle lastre di eternit mostrano evidenti sfaldature. Con gli agenti atmosferici le fibre di amianto vengono disperse nell'ambiente con tutti i gravi rischi che ne conseguono.

ODISSEA TRIGNO 2014

Paura anche per il Trigno: "Diteci se l’acqua è inquinata"
Appello dei residenti della valle dopo che la “traversa” di Pietra Fracida di Lentella è chiusa da 14 mesi
VASTO 28.03.2014. Salute del fiume Trigno. La popolazione chiede notizie sulle condizioni dell’acqua all’altezza della traversa di Pietra Fracida, a Lentella, chiusa ormai da 14 mesi. I residenti riconoscono che le autorità preposte hanno interrotto immediatamente i prelievi di acqua non appena l’Arta ha individuato elementi preoccupanti. «Ma quali elementi? E perché a distanza di tanto tempo nessuno ci ha spiegato che cosa ha fatto ammalare il fiume Trigno e quali sono le sue condizioni attuali?», chiedono i residenti della vallata. Una richiesta che Ivo Menna, ambientalista storico del Vastese, definisce legittima. E già che c’è, la popolazione invoca chiarezza anche sulle emergenze discariche e sversamenti denunciate una settimana fa al ministro dell’Ambiente, dal responsabile della Fee, Paolo Leonzio.
L’inquinamento. 24 gennaio 2013. Una determina della Regione annuncia che l’acqua del fiume è stata declassata. Un fulmine a ciel sereno. Un provvedimento che dopo quello che è accaduto a Bussi viene considerato estremamente positivo dalla popolazione del Vastese. «Ringraziamo l’Arta e la Regione che hanno immediatamente sospeso il prelievo idrico a Lentella. Resta tuttavia il mistero sulle origini dell’inquinamento che a distanza di 14 mesi non permette ancora di riaprire la traversa di Pietra Fracida. Sulla vicenda è calato il sipario e invece noi vorremmo essere informati», chiede un gruppo di cittadini di Lentella.
L’ambientalista. «La popolazione ha ragione», incalza Ivo Menna. «La salute è un bene primario, lo sancisce l’articolo 8 della Costituzione. I ritardi sulla comunicazione dell’acqua contaminata a Bussi sono una cosa gravissima. Nessuno ormai osserva più quanto dichiarato anche dall’Organizzazione mondiale della sanità. La popolazione deve essere informata. I residenti della vallata del Trigno devono sapere che cosa ha fatto declassare l’acqua del Trigno e a che punto è la bonifica. A maggiore ragione dopo il preoccupante rapporto fatto qualche giorno fa dalla Fee al ministro dell’Ambiente», afferma Menna.
La federazione delle Bandiere blu. In effetti la denuncia di Leonzio non lascia spazio alle interpretazioni. «Chiedo al ministero di intervenire immediatamente. Ci sono depuratori che non funzionano e le acque vengono scaricate senza filtri nel Vallone Maltempo. Le acque nere finiscono nei fiumi Treste, Trigno e Sinello e si dirigono verso il mare con grave danno per la fauna marina», accusa Leonzio. «Servono più controlli per porre un freno a questo scempio. Inutile piangere dopo come accade ora a Bussi», annota Menna.
Paola Calvano – IL CENTRO

venerdì 28 marzo 2014

AMBIENTE

POLO CHIMICO DI BUSSI: LA FORESTALE FORNISCE ELEMENTI PER APPURARE LA CONTAMINAZIONE DELLE ACQUE POTABILI PER 700MILA ABITANTI
La discarica di Tre Monti già sequestrata nel 2007 dal personale del Comandante Guido Conti del Corpo forestale dello Stato per disastro ambientale e avvelenamento delle acque destinate ad uso potabile

A seguito dell'operazione dello scorso febbraio del  Corpo forestale dello Stato per l'esecuzione dell'ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Pescara,  continua  l'attenzione sulla discarica di "Tre Monti"  situata in prossimità del fiume Tirino al confine tra il Parco Nazionale del Gran Sasso e quello della Maiella, nel comune di Bussi su Tirino (PE).  Il sito di smaltimento, dove per decenni sono state interrate circa 500mila tonnellate di rifiuti tossici e industriali, era già stato messo sotto sequestro dai Forestali nel 2007 con le ipotesi di disastro ambientale e avvelenamento delle acque destinate a uso potabile.  Le analisi hanno portato a ipotizzare l'avvelenamento delle acque per circa 700.000 abitanti che si rifornivano dai pozzi a valle delle discariche. Per la prima volta in Italia, infatti, il processo per il grave inquinamento delle acque viene svolto in Corte d'Assise. Una quantità immensa di veleni che, secondo gli inquirenti, sono il risultato di decenni di sversamenti operati a partire dagli anni '80. Le recenti indagini hanno portato a ulteriori otto indagati tra i vertici di due società già imputate e mirano a far luce sulla mancata messa in sicurezza imposta dal Ministero dell'Ambiente per impedire che i rifiuti sepolti nelle discariche inquinino le falde freatiche e i fiumi. Tale omissione potrebbe comportare l'aggravarsi degli effetti del percolato con conseguente pericolo per l'ambiente e la salute pubblica. I Forestali,  oltre al danno ambientale, contestano anche il  reato di disastro ambientale colposo.

mercoledì 26 marzo 2014

FIUME PESCARA INQUINATO

L'Istituto superiore di Sanità: dalla discarica di Bussi acqua contaminata per 700mila utenti

Pescara 26/03/2014. Le falde acquifere permeate dai veleni della discarica di Bussi sul Tirino (in provincia di Pescara) avrebbero contaminato 700 mila consumatori. È una relazione da brivido quella dell'Istituto superiore della sanità (Iss) che per la prima volta, dal sequestro del sito avvenuto nel 2007, ha messo nero su bianco, in una relazione di 70 pagine, i veleni di Bussi, circa 25 ettari di terreno analizzati scientificamente. Le acque contaminate della discarica vengono messe in relazione con «la pericolosità per la salute umana.   Acqua di cui hanno usufruito cittadini e utenze sensibili come ospedali e scuole. Nel sito sono state interrate circa 250 mila tonnellate di rifiuti tossici e scarti industriali della produzione di cloro, soda, varechina, formaldeide, percolati, cloruro di vinile, tricloroetilene e cloruro di ammonio dell'ex Polo chimico Montecatini Edison. Il danno ambientale stimato é di circa 8 miliardi e mezzo, mentre per la bonifica occorreranno 600 milioni. Per il mega inquinamento sono sotto inchiesta 19 persone, quasi tutti ex quasi tutti ex amministratori della Montedison, accusati di avvelenamento delle acque. Il processo si sta svolgendo in Corte d'Assise a Chieti e la prossima udienza si terrà il 28 marzo. La relazione, datata gennaio 2014, é stata depositata proprio nel corso del processo dall'avvocatura dello Stato che difende il ministero dell'Ambiente, parte civile nel processo. Il documento, redatto da Riccardo Crebelli e Luca Lucentini, consulenti tecnici dell'avvocatura dello Stato, illustra i dati di riferimento, mettendo insieme quelli dell'Arta, della forestale, di campioni prelevati dai pozzi Sant'Angelo, dalle fontane pubbliche di Torre dé Passeri e in corso Umberto a Pescara, poi a Chieti, a Tocco, a Castiglione e a Popoli. In un punto viene sottolineato come «la serie di azioni poste in essere nel sito industriale e nella mega discarica hanno pregiudicato tutti gli elementi fondamentali che presiedono e garantiscono la sicurezza delle acque, determinando così un pericolo reale e concreto per la salute». La relazione, infine, punta il dito anche contro la mancata informazione: «La qualità e la protezione della risorsa di origine è stata indiscutibilmente compromessa» e «del significativo rischio non é stata data comunicazione ai consumatori che non sono stati in condizioni di conoscere la situazione ed effettuare scelte consapevoli».
I militari della Stazione Navale appartenenti al Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Pescara e del Corpo Forestale dello Stato di Pescara e Tocco da Casauria sequestrano tre discariche di rifiuti pericolosi nella discarica di Bussi , Pescara. (ANSA).

RIPOPOLAMENTO TROTE ANNO 2014

SILENZIO ASSOLUTO DALLA PROVINCIA DI CHIETI.


A distanza di un mese esatto dalla richiesta-interpellanza di portare a conoscenza di tutti, sui tempi e modalità  del ripopolamento  trote stagione anno 2014 (1° fase), nulla è stato comunicato alla scrivente Associazione.
I timori dei tanti pescatori, a questo punto sono giustamente legittimi, cioè vedere ripetersi quanto tristemente accaduto nella stagione scorsa anno 2013, quello di effettuare un ripopolamento di trote in mesi troppo in avanti.
Dove alcuni torrenti e fiumi minori  presentato fin da adesso delle vere criticità a causa della poca acqua presente.
Se a tutto ciò, si aggiunge l'anomalia dell'inverno appena trascorso, poca o quasi nulla di precipitazione nevosa, allora stiamo guardando un film già tristemente visto.
Nel frattempo, continuiamo ad incalzare il Settore 7, per una rapida risposta e tempi certi.
Ufficio di Presidenza Provinciale.

 

giovedì 20 marzo 2014

CALENDARIO ITTICO 2014

Modificato il calendario ittico 2014 con D.G.R.  n. 149 del 03.03.2014
Pubblicato sul sito della Regione Abruzzo in data: 14 marzo 2014.
 
Sono state approvate con D.G.R. n. 149 del 03.03.2014 alcune modifiche e integrazioni al vigente calendario ittico 2014. Di seguito il testo del Calendario ittico come modificato alla data odierna con la predetta Deliberazione. Le modifiche apportate rispetto al testo precedente sono evidenziate in colore rosso.
 
A.    NORME GENERALI

E’ vietata l’introduzione nel territorio regionale di specie ittiche estranee alla fauna indigena, salvo che si tratti di animali destinati a giardini zoologici, ai circhi e agli spettacoli viaggianti, o di specie tradizionalmente destinate all’allevamento o al commercio per fini ornamentali e amatoriali, di cui è comunque vietata l’immissione in natura.
            L’introduzione di specie alloctone all’interno del territorio regionale, qualora fosse prevista, dovrà essere preceduta da uno studio che ne valuti gli effetti e che sarà valutato dagli enti competenti.
            L’eventuale immissione ittica nel territorio del Parco Sirente-Velino, deve essere sottoposta a preventiva autorizzazione da parte dello stesso Ente, fornendo la necessaria documentazione inerente la qualità (specie e sottospecie traslocate, con particolare riferimento ad origine e provenienza) e quantità degli esemplari traslocati, nonché modalità e tempistica di immissione nell’area.
Pag.1

B.     PERIODO DI DIVIETO DI PESCA


 Divieto di pesca
             La pesca al Gambero (Austropotamobius pallipes), Gamberetto di fiume (Palaemonetes antennarius), Granchio di fiume (Potamon fluviatile fluviatile), Alosa (Alosa-gen-), Lampreda (Lampetra planeri), Lasca (Chondrosdoma genei), Alborella meridionale (Alburnus albidus), Vairone (Leuciscus souffia),  Barbo comune (Barbus plebejus), Rovella (Rutilus rubilio), Spinarello (Gasterosteus aculeatus), Cobite (Cobitis tenia),   Bondella (Coregonus oxyrhynchus), Bavosa d’acqua dolce (Salaria fluviatilis), Trota macrostigma (Salmo macrostigma) e Anguilla (Anguilla anguilla)  è vietata.
             Divieto di pesca nel periodo 15 marzo/15 luglio nel tratto di fiume Tirino da San Pietro ad Oratorio fino a Case Alessandroni.
Pag.2

Guardiapesca (gamekeeper) nel Parco dei 100 Laghi


Apertura pesca, Sangro senza trote. Le proteste dei pescasportivi


Semina trote apertura 2014 Bussi Sul Tirino


DISASTRO AMBIENTALE

Il torrente Cena tra i peggiori fiumi d'Abruzzo.
Nella zona è in progetto la discarica di rifiuti pericolosi

FURCI 17.03.2014 - Impianto di trattamento rifiuti pericolosi con annessa discarica: non ci sono 'solo' il trattamento «arcaico» comune a centinaia di tipologie di rifiuti, il rischio idrogeologico, lo studio epidemiologico dell'Università degli Studi 'D'Annunzio' di Chieti-Pescara, la distanza dalle case sparse, la presenza di colture di pregio e la presenza di un tratturo non reintegrato a preoccupare amministratori e cittadini del Vastese sull'eventualità di una sua possibile realizzazione.
Ora, infatti, c'è un nuovo elemento a rendere ancor più 'complesso' il quadro generale. Il torrente Cena, che dà il nome a tutta la vallata dove dovrebbe sorgere l'impianto, è tra i peggiori della regione nella qualità delle proprie acque. A rivelarlo è il Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua in seguito alla campagna di monitoraggio dei corsi d'acqua regionali condotta dall'Arta. L'Agenzia Regionale per la Tutela dell'Ambiente è stata incaricata proprio dalla Regione a effettuare tale studio basandosi su diversi indicatori (macrofite, pesci, alghe diatomee, macroinvertebrati) associati ad analisi chimiche e microbiologiche.
I dati elaborati dall'Arta classificano fiumi e torrenti nelle 5 classi che ne attestano lo stato di qualità ecologico: elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo. Lo scenario complessivo non è edificante. Il Vastese entra di diritto tra le peggiori, con il torrente Cena posizionatosi nella peggiore classe: 'Cattivo', e con il torrente 'Buonanotte' classificato dall'Arta come 'Scarso'.
Se il dato elaborato dall'Arta da una parte si somma alle altre criticità che oggi non sorridono al progetto della Vallecena srl., dall'altra deve indurre alla riflessione di quanti amministrano il territorio per appurare le cause di tale stato degradato e correre ai ripari.
LA SCADENZA DEL 2015 - Gli obiettivi fissati dall'Unione Europea sono chiari. Entro il 2015 tutti i fiumi devono raggiungere lo stato 'Buono'. I dati diffusi dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua relegano quest'obiettivo a pura utopia. Il 68,5% delle stazioni di monitoraggio in tutta la regione, infatti, si trova nelle classi 'Sufficiente', 'Scarso' o 'Cattivo'. Tra l'altro, la gran parte delle stazioni che raggiungono l'obiettivo si trovano in località montane in una condizione naturale; questo significa che anche dove le acque sono in una buona condizione il merito non va alla corretta gestione di depurazioni, scarichi e captazioni.
L'ALLARME DI DE SANCTIS - Augusto De Sanctis, del Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua, fa notare come nel giro di 10 anni la situazione è peggiorata: «È l'ennesimo allarme che lanciamo sulla condizione dei fiumi abruzzesi. Dal 2004, quando l'Arta ha iniziato il monitoraggio dei fiumi, ad oggi la situazione è ulteriormente peggiorata; allora il 58% delle stazioni non rispettava l'obiettivo “buono” della Commissione».
«In Abruzzo sarebbe da irresponsabili far passare un Piano di Tutela delle Acque che elemosina esclusivamente deroghe agli obiettivi di qualità all'Unione Europea per cercare di mettere la polvere sotto il tappeto - continua De Sanctis - Confidiamo, dopo l'audizione che abbiamo svolto giovedì scorso, che il Consiglio regionale rispedisca al mittente un Piano di Tutela delle Acque del tutto inaccettabile, chiedendo anche conto alle strutture di cosa hanno fatto in questi anni. A nostro avviso non è possibile pagare dirigenti per anni e avere questi risultati. Bisogna andare nella direzione opposta, fissando norme stringenti e sanzioni pesanti per chi non rispetta le regole, dalla depurazione alle captazioni, dagli scarichi all'uso corretto delle sponde. Inoltre vanno spese risorse considerevoli per il sistema di depurazione. Ieri è stata presentata come un successo la destinazione di 105 milioni di euro per realizzare 10 km di superstrada, quando per l'intera regione al sistema di depurazione sono andati solo 70 milioni di euro per tutti gli interventi!».
«Il risanamento del territorio - conclude - darebbe ben altri benefici dal punto di vista economico, perché solo in un ambiente sano si possono accogliere i turisti e coltivare prodotti di qualità, vivendo un'esistenza dignitosa. Inoltre un grande piano di interventi sui depuratori e sulle reti idriche, con azioni da realizzare in maniera capillare in quasi tutti i comuni

TRIGNO - IL FIUME DELLA VERGOGNA

Da potenziale via turistica di collegamento tra territori a vergognosa discarica: il Trigno
Le sponde invase da cumuli di rifiuti di ogni genere
Costa e zone interne del Vastese. Da tempo ormai immemore se ne parla in conferenze e convegni che hanno per tema una programmazione organica che permetta di collegarle dal punto di vista turistico; a intervalli regolari si torna a parlare di un calendario condiviso degli eventi estivi, senza che mai questo veda la luce. Lo stesso vale per i progetti allo studio per ampliare l’offerta turistica.
Eppure, per compiere un primo piccolo passo in questa direzione, il territorio mette a disposizione qualcosa che c'è da molto prima dell’uomo e delle sue infrastrutture: il fiume.
Il Trigno, nel caso specifico, collega la costa alle zone interne percorrendo tutta la vallata per oltre 80 chilometri tracciando, tra l’altro, il confine tra Abruzzo e Molise. Una ‘strada’ naturale usata da sempre dall’uomo per collegare popoli e territori distanti, ma che oggi è vista come tutt’altro.
Le sue rive sono invase da rifiuti di ogni tipo e dimensione. Nelle foto c’è il tratto della confluenza con il Treste (Lentella), ma la situazione è – purtroppo – comune un po’ a tutto il corso del fiume. Grazie alle strade di accesso ai campi coltivati poco lontani, gli inquinatori anonimi riescono regolarmente a raggiungerle e a sversare ciò di cui non hanno più bisogno: secchi di vernice, materassi, materiale elettrico, detriti di ristrutturazioni, giochi per bambini, sanitari, elettrodomestici ecc. Nascosto tra la vegetazione, inoltre, c’è anche un punto dov’è stato accumulato un cospicuo numero di vecchi frigoriferi.
Anche nella sporcizia e nel degrado il fiume sta lì a indicare l’indissolubile collegamento con la costa. Diversi cumuli abusivi di rifiuti sono stati ‘tagliati a metà’ dall’ultima imponente piena di inizio dicembre. Quello che inizialmente si trovava sulle sponde, lontano dall’acqua, ora è arrivato al mare.
Un dato che dovrebbe far riflettere ancora di più sulla necessità di una seria tutela dei fiumi del territorio da parte di amministratori lungimiranti e sull'esigenza di parlarne non solo quando scatta il periodico allarme-arsenico/salmonellosi (per non parlare dell'enorme problema dell'assenza di depuratori). Alle future generazioni si intende lasciare una enorme discarica abusiva (oltre a quelle legali in progettazione)?
Attualmente, le rive del Trigno sono percorse saltuariamente da appassionati di mountain bike. Un progetto che collega Vasto Marina a Canneto, inoltre, è già stato messo su carta: circa 42 chilometri di pista ciclabile (progetto di cui parleremo meglio più avanti) che affianca il tracciato già disegnato dal fiume. D’altronde, in Italia abbiamo ottimi esempi della potenzialità turistica di un fiume: basti pensare alle regioni del Nord, dove molti corsi d’acqua anche di portata minima sono affiancati da trafficate piste ciclabili. Alcuni comuni che affacciano sul fiume Trigno (Carunchio e Celenza sul Trigno, oltre a San Salvo, Vasto, Furci ecc.) hanno aderito qualche settimana fa al progetto di bike sharing che li doterà di bici normali e a pedalata assistita.
Perché non continuare su questa scia?
È evidente, però, che un investimento del genere richiede prima di tutto il cambiamento della cultura di chi abita il territorio senza rispettarlo. Per ora le eloquenti immagini dimostrano che ciò è ancora molto lontano.
Antonino Dolce

domenica 16 marzo 2014

VOLONTARIATO DI PROTEZIONE CIVILE


Cresce in maniera spedita il Coordinamento Territoriale di Protezione Civile del Vastese. Nella data del 5 febbraio 2014,  è entrato a far parte del coordinamento anche l'associazione ARCI PESCA FISA -Comitato Provinciale di Chieti con sede a Lentella (Ch). Continua quindi a espandersi l'importante unione dell'associazioni di Protezione Civile che, alla data odierna, conta i gruppi Arcobaleno di San Salvo, Il Castello di Monteodorisio, Madonna Dell'Assunta di Casalbordino, Fir Cb San Vitale di San Salvo, Ascarì di Santa Maria Imbaro, il gruppo comunale di San Buono e appunto l'ARCI PESCA FISA Chieti. Il ramo sanitario viene curato dalla cooperativa La Provvidenza Soccorso di Vasto. Nelle prossime settimane -afferma il referente del coordinamento Nicola Di Sciascio- sono diversi i progetti messi in cantiere dal coordinamento che verranno realizzati sul territorio. Quasi certamente continuerà anche l'opera di espansione sul territorio visto l'interesse di altre associazioni e gruppi comunali pronti ad aderire. 

PROTEZIONE CIVILE REGIONE ABRUZZO

III° MODULO   CORSO “SERVIZIO DI GESTIONE INTEGRATA DELLA SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO”  - D.LGS 81/2008.
La Regione Abruzzo organizza un percorso formativo rivolto ai 36 legali rappresentanti delle Organizzazioni di Volontariato di Protezione Civile della Provincia di Chieti, in due moduli di 8 h/cad nei giorni di sabato 15 e 22 marzo, dalle ore 9:30 alle ore 13:30 e dalle ore 14:30 alle ore 18:30, presso la sede della Provincia di Chieti, in Via  Corso Marrucino n°97.
 


 

giovedì 13 marzo 2014

ANTIBRACCONAGGIO SUL FIUME PO

RECUPERO RETI
Vigilanza Ittica ARCI PESCA FISA Mantova


Mantova 01.03.2014 - Su segnalazione di un associato e dopo aver contattato il responsabile del servizio di Vigilanza Ittica Provinciale, l’Arci Pesca Fisa Mantova è intervenuta, insieme alle guardie Fipsas, al recupero di circa 1800/2000 metri di reti a maglia larga, siluri e 340/350 carpe tra i 5 e 10 chili.
Per la buona riuscita dell’operazione sono state impiegate circa 3 ore ed una decina di persone su 3 diverse imbarcazioni. Hanno collaborato anche il Responsabile del Centro Pescaturistico Wallerklinik ed  una imbarcazione di pescatori tedeschi, che frequentano numerosi le acque del luogo a caccia di siluri.
Non è la prima volta che si trovano reti posizionate abusivamente durante la notte, ma mai tale abitudine aveva raggiunto una rilevanza tale. Segno, questo, che purtroppo i bracconieri si sentono sempre più sicuri nello svolgere la propria criminale attività. Quello sventato sarebbe stato un affare da diverse migliaia di euro che avrebbe sicuramente necessitato di mezzi idonei a garantire il trasporto e la sopravvivenza di pesci, sanissimi e di grande pregio.

lunedì 10 marzo 2014

EUDISHOW 2014

22° Salone Europeo delle Attività Subacquee

CONVEGNO 16 MARZO ORE 15.00 – QUARTIERE FIERISTICO DI BOLOGNA  
LA PESCA SPORTIVA E LE ATTIVITA’ SUBACQUEE :  QUALI PROSPETTIVE?     

Sito Web: www.eudishow.eu Quartiere fieristico di Bologna da 14/03/2014 a 17/03/2014  
Presentazione 
L’incontro ha come obbiettivo di portare a conoscenza, nell’evoluzione delle politiche europee, le potenzialità della pesca sportiva ricreativa e delle attività subacquee non ancora sviluppate, ponendo a confronto alcune idee e progettualità per promuovere ed affermare il ruolo di un settore nell’economia ittica nazionale riducendo quella fragilità e marginalità fino ad ora manifestate. Per tale affermazione si esporranno le prime considerazioni del mondo della pesca sportiva quali proposte per la rimodulazione di alcune normative europee richieste dall’Unione Europea come il Regolamento Mediterraneo e di conseguenza per l’adeguamento di quelle nazionali per la pesca sportiva ricreativa e per le attività subacquee oltre alle innovanti proposte Europee nel processo di aggregazione delle governance del mare dei vari Paesi nel Mediterraneo.  A scopo divulgativo si presenteranno alcuni progetti in corso di realizzazione per conoscere l’efficacia della pesca sportiva come vettore di turismo, per migliorare con le aree di nursery in mare il riequilibrio ambientale e la salvaguardia delle popolazioni alieutiche. In tale contesto il dibattito metterà a confronto varie opinioni che stimoleranno l’adeguamento delle linee guida per promuovere la pesca sportiva e ricreativa dalle sorgenti al mare quali vettori di turismo evidenziando il potenziale economico che possono attivare nell’economia ittica nazionale e nel suo indotto. L’evento è organizzato dall’Ente Fiera di Bologna in collaborazione con la FIPO e l’Arci Pesca Fisa (Federazione italiana Sport ed Ambiente).    
PROGRAMMA CONVEGNO LA PESCA SPORTIVA E LE ATTIVITA’ SUBACQUEE : QUALI PROSPETTIVE?   
Ente Fiera di Bologna: Padiglione 36 Sala convegni Fishing Domenica 16 Marzo ore 14,30  
PROGRAMMA: Ore 15.00 Apertura del Convegno 
 Moderatore: Presidente FIPO Ciro Esposito: presentazione del convegno 
- La pesca e il turismo in ambito nazionale ed europeo: strategie e prospettive Aldo Tasselli (Esperto di economia ittica e Resp. Centro Servizi Arci Pesca Fisa) 
- I progetti della pesca sportiva: l’indagine in corso per il Turismo pescasportivo nell’economia ittica Fabio Venanzi (Segreteria Arci Pesca Fisa) 
- La pesca quale vettore per nuovi orizzonti di sviluppo turistico   Paola Fantinelli (Presidente Pro Loco di Lido Adriano) 
- Salvaguardia delle risorse alieutiche: la riproduzione indotta delle anguille Oliviero Mordenti (Università di Bologna – Corso di laurea in acquacoltura e d’igiene delle produzioni ittiche) 
- “Vive il mare” Le barriere artificiali sommerse nelle aree di tutela biologica antistanti la costa emiliano-romagnola  Piergiorgio Vasi e Antonio Congi (Esperti in biologia marina Regione Emilia-Romagna) 
- Le attività subacquee vettore di turismo Giuliano Salvatori  (Fisa sub-Arci Pesca Fisa) 
 Dibattito  
 Conclusioni: Presidente FIPO Ciro Esposito  
Durante l’evento saranno proiettate immagini di quanto si sta operando nel mare per le specie alieutiche e nelle acque interne per la salvaguardia dell’anguilla.

venerdì 7 marzo 2014

I MIGLIORI VIDEO DI PESCA SPORTIVA.

A cominciare da questo mese di marzo, la Commissione di Settore "Ambiente-Vigilanza-Protezione Civile", seleziona per voi alcuni video di pregio ambientale e rispettosi delle specie ittiche.

BATTUTA DI PESCA ALLE GROSSE TROTE 3di3 - TROTA SPINNING


PESCA ALLA TROTA IN TORRENTE Torrente Dezzo


PESCARE IN SICUREZZA????????????

Fiumi – laghi – torrenti sempre meno sicuri!
In Acque Interne, News, Pesca Al Colpo, Tu reporter / 11 luglio 2012

Le sponde dei nostri fiumi sono sicure come un tempo. Evidentemente no.
In passato su NewsFishing avevamo già avuto l’occasione di raccontarvi di automobili di pescatori sportivi svaligiate e anche danneggiate senza motivi apparenti. Questa volta vi riportiamo il racconto di un pescatore che, in prima persona, ha vissuto una vicenda davvero poco piacevole. Ecco quello che ci ha scritto Glauco Tubertini:
“Ciao amici pescatori, voglio raccontarvi cosa mi è successo ieri 8 luglio in reno presso Vergato.
Alle 5 di mattina passo a prendere un mio amico di infanzia, Pierluigi Tabaroni a Ponte Ronca, il mio paese natale e partiamo per l’alto reno, meta da noi frequentata da quando siamo bambini.
Il reno, a differenza di molti nostri fiumi è nella parte alta ancora incontaminato e mantiene il suo corso naturale da sempre, dunque piane profonde con acqua cristallina, raschi naturali ecc…..
La pesca, in questo periodo è a vista, cavedani e barbi di grosse dimensioni entrano in pastura e si pescano a vista, poche catture e molto difficili. Arriviamo sul fiume alle 6 di mattina e iniziamo a pescare.
Improvvisamente, verso le 8 sento dei rumori dietro di me e si presentano 6 persone con accento straniero, incuranti della mia presenza due di loro si mettono in slip da bagno e entrano nel fiume, io gli chiedo cosa fanno e loro mi rispondono ” capo non preoccuparti, fra 10 minuti andiamo via “.
Gli faccio presente che la balneazione nel fiume è vietata e loro mi ridono in faccia, infatti non erano entrati in acqua per fare il bagno. E qui viene il bello. Spostandosi a ridosso della sponda opposta vedo che cominciano a lavorare con le mani sotto l’acqua e dopo poco cominciamo a salpare una rete che risulterà alla fine stimata sui 50-60 metri.
Io assisto a tutta la scena e vedo che salpano circa una decina di carpe oltre a cavedani i barbi. A quel punto io e il mio amico ci facciamo coraggio e proviamo a farli ragionare, niente da fare, al contrario sono diventati minacciosi e ci hanno consigliato di stare zitti, di non usare i cellulari e di non lasciare il fiume prima di loro.
Ci siamo presi paura perché loro erano in 6 e non potevamo sapere come reagivano.
Il mio amico che frequenta il fiume più di me mi ha detto che ora capisce perché nella zona no-kill limitrofa a dove eravamo i pesci sono scomparsi.
Non aggiungo altro, a voi il commento.
Glauco.”
C’è purtroppo ben poco da aggiungere, la situazione è tristemente chiara.
Speriamo davvero che chi può vigilare e fare ordine lo faccia.
NewsFishing Staff

FRENESIA PER L'APERTURA................

Video: anticipazione apertura della pesca alla trota 2014

In Acque Interne, News, Spinning / 22 febbraio 2014


Video sulla grande frenesia per l’apertura della pesca alla trota 2014. C’è chi pesca direttamente dal grosso acquario montato sul camion usato per il ripopolamento dei torrenti. La febbre dei pescatori per l’apertura 2014 è palpabile! Per vederlo clicca qui

Su youtube (canale SpinningTelevision): http://www.youtube.com/watch?v=vM-GCX8EMNg

SI APRE LA PESCA ALLA TROTA

Pesca alla trota.  Questa notte l’apertura
 
Ci siamo. Domani, domenica 28 febbraio, da un’ora prima dell’alba, si apre la pesca alla trota nelle acque della provincia di Firenze. Con una novità : quella relativa agli ami senza ‘ardiglione’. Si ricorda infatti che, ai sensi delle “Norme di Tutela della fauna ittica e regolamentazione del prelievo alieutico” allegate al Piano provinciale per la pesca 2009-2014, nelle acque classificate a salmonidi della provincia di Firenze è consentito esclusivamente l’utilizzo di ami senza ardiglione.
Con l’apertura della pesca alla trota 2010, quindi, entra in vigore la nuova norma che vieta l’utilizzo di ami muniti di ardiglione nelle acque classificate a salmonidi della provincia di Firenze. L’adozione di questo accorgimento, previsto dal nuovo Piano provinciale per la Pesca nelle acque interne, permetterà una maggiore tutela delle trote catturate sotto la misura consentita, che il pescatore ha l’obbligo di reimmettere in acqua.
La nuova disciplina provinciale della pesca prevede sia norme di carattere generale che aree con forme particolari di regolamentazione, tra cui vale la pena ricordare il nuovo regolamento per la pesca nel lago di Bilancino, improntate ad una migliore forma di tutela delle specie ittiche di maggiore pregio.
Le nuove norme provinciali, le schede degli istituti e la cartografia completa dei corsi d’acqua provincali sono consultabili alla pagina sul sito della Provincia di Firenze.

Quest'articolo datato febbraio 2010, vuole evidenziare come in altre Provincie, si lavora e si sperimenta nuove regolamentazioni per la tutela delle specie ittiche.
Da noi invece cosa accade?
NULLA. In sede di Consulta Regionale a Pescara nella data  del 14/12/2012, una proposta presentata dall’ARCI PESCA FISA “Nelle acque di categoria A, l’obbligatorietà dell’amo privo dell’ardiglione o schiacciato” (a verbale), ha visto la contrarietà della FIPSAS e una sua affiliata, che guarda caso pratica la pesca a mosca, peccato che non ricordo il nome dell’avventato Presidente  verbalizzato tra i presenti dal  Funzionario dott. Recchia.

domenica 2 marzo 2014

SEGNALAZIONE LAMENTELE DEI PESCATORI.........

 Lettera inviata all'Amministrazione Provinciale di Chieti  mercoledì 26/02/2014.

Segnalazione lamentele ripopolamento trote.
Invito a predisporre piano di ripopolamento anno  2014.
Signor Presidente DI GIUSEPPANTONIO,
con la presente per rappresentare alcune lamentele fatte da alcuni pescatori domenica 23 febbraio, in occasione della riapertura della pesca alla trota.
In particolare, le doglianze riguardano la gestione dei ripopolamenti ittici anni 2013 -2014.
Troppo tardi quello effettuato nell’anno 2013, troppo poco quello effettuato nei giorni  11, 12 e 13 febbraio 2014.
A poco sono valse le giustificazioni forniti dagli Agenti Volontari in servizio domenica, in merito all’accaduto  dell’anno scorso  e che il ripopolamento effettuato a febbraio era il saldo stagione 2013.
A tale proposito, si invita questa Amministrazione Provinciale di Chieti,  a predisporre un piano ripopolamento  per l’anno 2014 tenendo conto di alcuni suggerimenti:
  1. la  1° fase del ripopolamento,  entro l’ultima settimana di marzo, con quantitativi di trote da immettere pari al 100% nei torrenti e fiumi minori (causa ridotte portate idriche per mancanza di neve), mentre, nei corsi d’acqua principali un quantitativo pari al 50%;
  2. la  2° fase del ripopolamento, entro la prima settimana di maggio per i soli  restanti fiumi principali (Sangro, Aventino e Trigno);
  3. rintrodurre la dicitura “a monte e a valle”  nei  tratti  da ripopolare, allo scopo di avere una maggiore flessibilità di immissione e di evitare una  concentrazione di trote sul posto ripopolato.
Infine, altra domanda ricorrente dei pescatori  è come recuperare l’importo versato per il tesserino unico segna cattura.
Per il futuro, si tenga  conto che le modifiche, salvo eventi o casi eccezionali,  vanno programmate e predisposte al termine della stagione e non in corso d’opera.
Fiducioso, attendo una  risposta in merito.
Cordiali saluti.
Il Presidente Provinciale
Giuseppe Zappetti