martedì 30 aprile 2013

INQUINAMENTO IDRICO.........

RIFIUTI: PERUGIA, DENUNCIATO UN ALLEVATORE AGRICOLO PER INQUINAMENTO IDRICO E DANNEGGIAMENTO DI ACQUE PUBBLICHE
Sequestrati i laghetti aziendali di un allevamento di suini
CfS - Comando Provinciale di Perugia

Perugia, 26 aprile 2013 - Sigilli ai laghetti aziendali di un allevamento suinicolo nel Comune di Montefalco.  Sequestrate dalla Forestale anche una pompa elettrica ad immersione e alcune condotte utilizzate per smaltire illecitamente i reflui zootecnici, per una superficie complessiva di circa quattro ettari.
L'operazione, condotta dal personale di Campello, nasce dalla segnalazione di privati cittadini relativa all' inquinamento delle acque del torrente Teverone nel Comune di Bevagna.
Grazie ai controlli effettuati dal personale della Forestale è stato possibile individuare la fonte inquinante, ovvero all'allevamento suinicolo sito in loc. Polzella di Montefalco, dopo aver ripercorso e verificato l'intero reticolo idrografico ricadente nei Comuni di Trevi e Montefalco, a monte del Comune di Bevagna. Dal sopralluogo è emerso che il liquame zootecnico contenuto in uno dei laghetti aziendali a servizio dell'allevamento, ed impiegato per lo stoccaggio temporaneo e per la maturazione dei liquami prima del loro impiego in agricoltura, veniva disperso illecitamente con l'utilizzo di una pompa elettrica e condotto, sui terreni agricoli incolti limitrofi ai laghetti, effettuando quindi un'operazione che non rientra nelle normali pratiche agricole previste anche dal Codice di Buona pratica Agricola.
Dal terreno incolto i reflui confluivano al vicino fosso demaniale denominato "Fosso della Forma", immettendosi, di fatto, nel reticolo idrografico della zona. L'imprenditore responsabile dell'azienda di allevamento suinicolo, un quarantenne della zona, è stato quindi denunciato all'Autorità Giudiziaria per smaltito illecito di rifiuti liquidi sul suolo e nelle acque superficiali.  Le pene previste, per tale reato, sono l'arresto fino a un anno o un'ammenda fino a ventiseimila euro.
L'imprenditore, infatti,  contravvenendo a quanto disposto dalla normativa di settore, anziché svuotare il laghetto aziendale rispettando la normativa vigente, si liberava dei liquami ivi contenuti disperdendoli in modo incontrollato sul terreno e nelle acque superficiali, determinando, di fatto, un grave inquinamento dei corsi d'acqua della zona. Contestato all'allevatore anche  il danneggiamento aggravato di acque pubbliche e il getto pericoloso di cose.

AMBIENTE

AMBIENTE: CHIETI, SIGILLI AD UN'AREA BOSCATA IN ZONA SOTTOPOSTA A VINCOLO IDROGEOLOGICO

Abbattuti diversi alberi per realizzare una strada sterrata. Denuciato il presunto responsabile del deturpamento ambientale
CFS - Comando Provinciale Chieti

Chieti, 26 aprile 2013 - Convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Chieti il sequestro preventivo di un'area boscata della superficie di circa 4.200 metri quadrati, in Località Villa Tucci nel comune di Crecchio, effettuato dal Corpo forestale dello Stato.
Nel corso di una perlustrazione del territorio, il personale del Comando Stazione Forestale di Ortona (CH) ha scoperto, all'interno di un bosco di proprietà privata, un'area dove erano state tagliate e sradicate numerose piante di alto fusto per la realizzazione di una strada. Il varco aperto è stato poi livellato con un mezzo meccanico alterando lo stato del posto. Il tutto senza alcun permesso a costruire ed in mancanza della autorizzazione necessaria, come previsto dal codice dei beni culturali e del paesaggio, per qualunque modifica che, al pari di questa, possa incidere sul valore paesaggistico dei territori boscati.
Per di più, essendo l'area sequestrata soggetta a vincolo idrogeologico, il disboscamento indiscriminato potrebbe provocare fenomeni di dissesto del terreno, con potenziali pericoli per l'incolumità pubblica.
Il proprietario dell'area, deferito all'Autorità Giudiziaria, è accusato di distruzione e deturpamento di bellezze naturali. 
L'indagine è nata dalle quotidiane attività di controllo del territorio del Corpo forestale dello Stato, che, grazie alla conoscenza e vicinanza all'ambiente naturale, riesce ad assicurare un'efficace tutela delle aree rurali e montane e di ogni loro componente.

lunedì 29 aprile 2013

AMBIENTE

Criminalità ambientale: sacche per la dialisi all'interno del Sic 'Gessi di Lentella'
Rientrano nella categoria di rifiuti speciali pericolosi

LENTELLA 23/04/2013 – Uno scempio in pieno Sito d’Interesse Comunitario (Sic) ‘Gessi di Lentella’: una discarica a cielo aperto in località ‘Coccetta’, a ridosso della confluenza del fiume Treste con il Trigno. A scoprirla un cercatore di asparagi. Il posto dista solo qualche centinaio di metri in linea d'aria dall'altra discarica abusiva sulla sponda cupellese del Treste.
A differenza della maggior parte degli abbandoni abusivi di rifiuti sul ciglio delle strade interne, questa volta il cumulo è celato dalla vegetazione. Dalla stradina in terra battuta che porta al Treste si nota appena la silhouette di un passeggino.
Una volta entrati nella radura tra gli alberi si può notare lo spettacolo sconfortante. I rifiuti sono di vario genere e incredibilmente vi si trovano anche numerose sacche per la dialisi (o per catetere). Alcune sono nuove, altre sono usate e piene di sangue. Tali sacche rientrano nella categoria dei rifiuti speciali pericolosi e richiedono un particolare processo di smaltimento. Per questo chi è costretto a farne uso ha a disposizione il ritiro a domicilio. Il sito, che è posto sotto particolare tutela, richiede ora un’immediata bonifica.
Purtroppo tutta l’area negli ultimi tempi ha conosciuto una vera e propria proliferazione di discariche abusive. Proseguendo verso il Treste, infatti, si incontrano frigoriferi, poltrone, gomme di trattore, diverse macchinine elettriche per bambini e vecchie porte in legno. Il tutto circondato dalla rigogliosa vegetazione primaverile.
Non esiste una giustificazione per tale scempio. Ogni genere di rifiuto immortalato ha la sua differenzazione. Gli ‘ingombranti’ hanno il loro ritiro a domicilio, per le sacche della dialisi c’è il servizio della Asl.
Appena ieri si è festeggiata la Giornata della Terra, ma una civiltà rispettosa dell’ambiente in cui vive sembra ancora molto lontana.
L’unica speranza è nelle nuove generazioni, sensibilizzate dall’età scolastica. È necessario però iniziare a sanzionare e chiamare i responsabili di questi atti secondo la giusta qualifica: criminali.
Antonino Dolce

CORSO - FORMAZIONE ALLIEVI G.P.G.VOLONTARI

CORSO – FORMAZIONE:
Allievi Guardie Particolari Giurate Ittiche-Ambientali.

Terzo appuntamento nella data di martedì 07 maggio 2013, ore 21:00, presso la sede della Protezione Civile di Casalbordino (Ch) in Via Dei Giardini sn (ex Uffici Vigili Urbani) quanto programmato  dalla Commissione Settore “Ambiente - Protezione Civile  - Vigilanza”  in materia di formazione degli Allievi,  (aggiornamento per gli Agenti in servizio).
Programma  del corso:  
Legislazione attuale nazionale e regionale della  Tutela e incremento della fauna ittica nelle acque interne”.
-              Regolamento per la pesca fluviale e lacuale R.D. 22/11/1914 n°1486.
-             Testo Unico sulla pesca R.D.  08/10/1931  n°1931;
-              Legge Regionale 17 maggio 1985 n°44, e  04 aprile 1995 n°34;
-             Legge Regionale n°50 del 07/09/1993 Regione Abruzzo, modificata ed integrata dalla  L. R. 22/12/2010  n°59. Tutela della fauna cosiddetta minore.

L’Ufficio  di  Commissione  di  Settore
“Ambiente - Protezione Civile  - Vigilanza”.

domenica 21 aprile 2013

RICORDO DI ANTONELLO

Martedì  23 aprile 2013, ricorre il primo anniversario della scomparsa del caro amico e Agente Volontario Antonello DI RITO,   grande appassionato di natura e ambiente che tutti noi abbiamo ancora nel cuore.
Un giorno che in tanti ancora oggi ricordano con commozione e rimpianto.

Caro Antonello ci manchi sempre.

Il Presidente
Giuseppe Zappetti

venerdì 19 aprile 2013

FORMAZIONE GUARDIE PARTICOLARI GIURATE

CORSO – FORMAZIONE:
Allievi Guardie Particolari Giurate Ittiche-Ambientali.

2° GIORNO -  martedì 23 aprile 2013, ore 20:30, presso la sede della Protezione Civile di Casalbordino (Ch) in Via Dei Giardini sn (ex Uffici Vigili Urbani) L’argomento in programma è la legislazione attuale nazionale e regionale della  “Tutela e incremento della fauna ittica nelle acque interne”:
-             Regolamento per la pesca fluviale e lacuale R.D. 22/11/1914 n°1486.
-             Testo Unico sulla pesca R.D.  08/10/1931  n°1931;
-              Legge Regionale 17 maggio 1985 n°44, e  04 aprile 1995 n°34;
-             Legge Regionale n°50 del 07/09/1993 Regione Abruzzo, modificata ed integrata dalla  L. R. 22/12/2010  n°59. Tutela della fauna cosiddetta minore.

L’Ufficio  di  Commissione  di  Settore
“Ambiente-Protezione Civile -Vigilanza

mercoledì 17 aprile 2013

PROTEZIONE CIVILE ARCI PESCA FISA

La protezione civile dell'Arci Pesca Fisa è presente a Bolzano.

La Regione Calabria ha programmato uno stage di formazione e aggiornamento per operatori volontari di protezione civile, a Bolzano dal 21 al 24 Marzo 2013.

L’invito rivolto  all’Arci Pesca Fisa che è tra le Associazione coinvolte, è un palese riconoscimento per quanto l’Arci Pesca Fisa Calabria ha già dimostrato in passato di essere un’Associazione di Protezione Civile affidabile e operosa.

Basti ricordare tutte le emergenze, sia in Calabria che in altre Regioni, dove il corpo di questi volontari è stato impegnato dimostrando sempre correttezza, affidabilità, altruismo e preparazione.

Grande soddisfazione per il Responsabile Nazionale Protezione Civile dell’Arci Pesca Fisa Franco Di Leo che come sempre coordinerà anche questa spedizione a Bolzano.

FIUME TRIGNO. QUALE RISPOSTA??????

«Si può pescare nel Trigno?», continua il 'rimpallo' tra gli enti.
La Regione: «Sono i sindaci a dover prendere provvedimenti»

San Saìvo 16/04/2013 «Il fiume Trigno è pescabile? I pesci catturati sono dannosi se ingeriti o devono essere rigettati in acqua?».
Queste domande, dopo un mese, rimbalzano ancora tra i vari enti.
Ad accendere i riflettori sui timori dei pescatori era stato il comitato provinciale dell’ARCI PESCA FISA di Chieti.
Queste le tappe.
Il 19 marzo scorso l’Arci Pesca Fisa inoltra alla Provincia le domande degli appassionati di Pesca. Si chiede un vertice del settore ‘Tutela ambientale e delle acque’ della Provincia, anche perché è in programma un ripopolamento di trote per la stagione ittica 2013. Se lo stato dell’acqua è pessimo – come denunciato dal Wwf sui dati delle analisi di Arta e Asl – l’intervento andrebbe posticipato per evitare un danno all’erario.
Il 3 aprile c’è il vertice in Provincia. I responsabili dell’ente affermano che le massima autorità sanitaria in questi casi sono i sindaci dei comuni che hanno il Trigno nel proprio territorio. Inoltre, non è possibile fare il punto sullo stato della contaminazione da salmonella perché è assente il delegato della Asl.
Qualche giorno prima – il 29 marzo – la Provincia inoltra la richiesta di chiarezza dell’Arci Pesca alla Regione. Luigi De Collibus, direttore del settore ‘Politiche Agricole e di Sviluppo Rurale, Forestale, Caccia e Pesca, Emigrazione’ della Regione Abruzzo, il 5 aprile risponde consigliando di «rivolgere analoga istanza al Sindaco o ai Sindaci dei Comuni territorialmente coinvolti dal fenomeno, quale massima autorità sanitaria locale cui compete la facoltà di adottare provvedimenti d’urgenza. Qualora le dimensioni dell’emergenza lo suggeriscano, la Direzione Regionale ‘Politiche della Salute’, potrebbe valutare l’opportunità di interventi in merito.
Peraltro se l’allarme lanciato da codesta Provincia è riferito alle condizioni di vita ed alla caratterizzazione della fauna ittica, si richiama l’art. 15 della L.R. n.44 del 17/05/85 che così recita: “Per particolari esigenze relative al mantenimento o all’incremento del patrimonio ittico può essere vietata, totalmente o per determinate specie, con decreto presidenziale della Giunta, sentito il Comitato consultivo provinciale per la pesca, l’attività di pesca in corsi o specchi d’acqua, o loro tratti o parti, per un periodo non superiore a tre anni”».
Sulla questione, il sindaco di Lentella che ha nel proprio territorio il punto di captazione incriminato, Carlo Moro aveva rilasciato a .net le seguenti dichiarazioni: «Non siamo mai stati interpellati da Arta e Asl. Su quali dati dovevamo emettere un’ordinanza simile? Non potevamo mica farlo sulla base delle informazioni lette sulla stampa. Almeno per ciò che riguarda Lentella non abbiamo mai ricevuto nessuna comunicazione sullo stato del fiume. La verità è che in casi simili vengono informati e convocati solo i Comuni che utilizzano l’acqua del Trigno, ovvero Vasto e San Salvo, dimenticando quelli che ce l’hanno nel proprio territorio. Per ciò che mi riguarda non chiamerò l’Arta, è loro compito informare tempestivamente i sindaci interessati».
Insomma, in attesa che i vari enti alzino la cornetta, sul fiume Trigno è notte fonda.
Antonino Dolce

lunedì 15 aprile 2013

FORMAZIONE GUARDIE GIURATE VOLONTARI

CORSO – FORMAZIONE:
Allievi Guardie Particolari Giurate Ittiche-Ambientali.

La Commissione Settore “Ambiente - Protezione Civile  - Vigilanza”, dell’ARCI PESCA F.I.S.A. - Comitato Provinciale di Chieti,  ha predisposto una serie di appuntamenti  in  calendario in  merito alla formazione degli aspiranti Allievi.
La prima lezione,  è fissata nel giorno di martedì 16 aprile 2013, ore 20:30, presso la sede della Protezione Civile di Casalbordino (Ch) in Via Dei Giardini sn (ex Uffici Vigili Urbani).

Materia del corso è  la legislazione vigente quale:
  1. Legge Regionale 17 maggio 1985 n°44, modificata ed integrata dalle  LL. RR. 03 aprile 1987  n°13 e  04 aprile 1995 n°34;
  2. Legge Regionale n°50 del 07/09/1993 Regione Abruzzo. Tutela della fauna cosiddetta minore;
  3. Le sanzioni amministrative e il ruolo dell’Agente di Vigilanza;
  4. La stesura del verbale di accertamento - teoria;
  5. La stesura del verbale di accertamento - esercitazioni in gruppi di lavoro.   
E’ cura della Commissione di Settore, fornire tutto l’occorrente e il relativo materiale didattico.
Il corso è gratuito ed aperto a chiunque.

L’Ufficio di Commissione di Settore
“Ambiente - Protezione Civile  - Vigilanza”.


giovedì 11 aprile 2013

AMBIENTE. FIUME TRESTE

L’ARCI PESCA FISA: nel fiume Treste resti di cinghiali uccisi.


06.04.2013 VASTO. Il Wwf non ci sta. Le affermazioni rassicuranti sulla qualità delle acque del Trigno diffuse dalla Provinicia non hanno soddisfatto gli ambientalisti. Il referente regionale del settore acque del sodalizio ambientalista, Augusto De Sanctis, ha presentato un esposto all’autorità giudiziaria e agli organi competenti.
Questa mattina, nel corso di una conferenza stampa, sarà lo stesso De Sanctis a rivelare insieme al presidente regionale del Wwf, Luciano Di Tizio, i contenuti della denuncia, particolari sul trattamento delle acque del fiume a fini idropotabili e i risultati delle analisi pubblicate dall’Arpa Molise. Risultati decisamente preoccupanti a partire dalla foce del fiume a Montenero di Bisaccia. «Un angolo di paradiso pieno di specie faunistiche e ornitologiche rarissime è purtroppo trasformato in un immondezzaio. Una discarica a cielo aperto», è il rammarico di Stefano Taglioli.

Non sono certo meno tranquilli i pescatori dell’Arci Pesca Fisa - Comitato Provinciale di Chieti.
In occasione del vertice teatino, l’associazione ha presentato al settore “Tutela ambientale e delle acque” una denuncia contro ignoti per reati ambientali individuati alla foce del fiume Treste. Nel corso di controlli compiuti per prevenire nuove forme di inquinamento dell’acqua del Treste e del Trigno gli operatori hanno scoperto una discarica di pelli di cinghiale e piumaggio. Troppi per essere stati scaricati in una volta. Il sospetto ricade su misteriosi bracconieri. È singolare il fatto che fino ad oggi nessuno si sia accorto dei resti animali. L’Arci Pesca Fisa, chiede che la zona venga bonificata, che gli autori dello scempio vengano individuati e sanzionati e che vengano disposti servizi di prevenzione per scoraggiare ogni forma di inquinamento. (p.c.)

STRANO MA VERO.......

Due pescatori locali trovano nelle proprie reti un granchio blu
La cattura al largo di Petacciato (CB) sulla costa dell’Adriatico.

Singolare cattura ieri mattina al largo di Petacciato. I due pescatori Antonio e Luca Muratore, rispettivamente di Montenero di Bisaccia (Cb) e Lentella (Ch), hanno trovato nelle reti della propria imbarcazione da pesca 'Diletta' un granchio blu. Conosciuto anche come Granchio Reale (Callinectes sapidus) è originario dell’oceano Atlantico.
Negli Stati Uniti è al centro di un fiorente commercio – è ritenuto una prelibatezza in ambito culinario – soprattutto in Maryland e Virginia, dove è rinomata la Baia di Chesapeake.
Oltre al colore, è riconoscibile da due lunghi spuntoni ai lati del carapace seghettato.
Il granchio blu negli anni passati si è diffuso anche in altri parti del mondo grazie agli esemplari di piccola taglia trasportati dall’acqua di zavorra delle navi. È molto resistente, capace di adattarsi anche all’acqua dolce.
In Italia alcuni granchi reali sono stati catturati in vari tratti dell’Adriatico tra cui, recentemente, nella Sacca di Goro, in provincia di Ferrara. Un ritrovamento che tra le ipotesi ha l’importazione volontaria da parte di commercianti locali con l’obiettivo di ricreare le condizioni favorevoli alla loro crescita.
Sulla loro presenza nel nostro Paese il parere è diviso. Negli Stati Uniti, nel 2010, il National Institute of Standards and Technology e del College di Charleston ne ha evidenziato il rischio estinzione sulle coste americane a causa dell’inquinamento. La loro sopravvivenza nei nostri mari potrebbe essere indicatrice della buona salute delle acque.
Dall’altro lato, però, c’è chi ammonisce sui rischi di una proliferazione di granchi blu. La loro alimentazione infatti predilige i bivalvi e potrebbe essere un pericolo per le vongole.
Un ritrovamento simile è avvenuto a novembre dello scorso anno al largo di Termoli.
Antonino Dolce

mercoledì 10 aprile 2013

INQUINAMENTO..............

Fiume Trigno tra inquinamento, ritardi e incomunicabilità fra enti.
La Magistratura dovrà far luce sulla vicenda

10/04/2013   LENTELLA -       
Pietra  Fracida  dall’anonimato al Parlamento. Se la località in territorio di Lentella fino a qualche tempo fa era semi sconosciuta anche agli stessi residenti, ora è probabile che se ne parli nella commissione d’inchiesta parlamentare sul Trigno.
Qui c’è il punto di captazione dell’acqua da convogliare agli impianti di depurazione della Coniv, distribuita, poi, nella zona industriale di San Salvo. Il prelievo si è interrotto a fine gennaio 2013 per la presenza eccessiva di fenoli. Per ora si è deciso di bypassare il problema captando l’acqua più a monte, ovvero a San Giovanni Lipioni.
Sulla vicenda il Wwf ha presentato un esposto alla Magistratura e a tutti gli organi competenti che dovranno far luce su un intreccio fatto di ritardi, incomunicabilità fra gli enti e omissioni. I punti poco chiari non sono pochi.
POTABILIZZARE IL ‘NON CLASSIFICABILE’. Esisteva una precedente classificazione delle acque del fiume Trigno a Lentella per il suo utilizzo ai fini idropotabili previa potabilizzazione rispetto a quella dell’ottobre 2012?
La Asl ha avviato il periodo di monitoraggio necessario nel 2011 concludendo i campionamenti nel luglio 2012. Tra questi, il campione del 18 giugno 2012 è stato analizzato dall’Arta il 13 agosto dello stesso anno e il referto è stato inviato alla Asl il 29 dello stesso mese.
Il 18 ottobre il comitato per la classificazione ai fini potabili si è riunita nella Direzione Sanità della Regione. La Asl durante la seduta propose la classificazione delle acque del Trigno nella categoria A3 (potabilizzabili solo con trattamenti spinti) trovando, però, l’opposizione dell’Arta che fece notare l’incontrovertibilità dei risultati delle analisi. Il comitato, quindi, giudicò il Trigno ‘non classificabile’, ovvero, le sue acque non hanno i parametri per essere potabilizzate.
Passerà più di un mese – il 23 novembre 2012 – prima che la Asl Lanciano-Vasto invii il parere sanitario alla Direzione Sanità sulla base della decisione del comitato.
Sulla base della ‘non-classificabilità’ del Trigno il comune di San Salvo emette l’ordinanza di divieto dell’uso di acqua ai fini potabili e igienico-sanitari nella zona industriale il 24 gennaio 2013. Il divieto è revocato il 13 febbraio, quando la giunta regionale dichiara l’emergenza disponendo la captazione a San Giovanni Lipioni.
Oltre ai tempi lunghi che hanno portato allo stop (dal 18 ottobre 2012 bisognerà aspettare il 24 gennaio), per Augusto De Sanctis del Wwf – come spiegato nella conferenza stampa di sabato scorso – è necessario sapere se esiste una classificazione precedente, a quando risale l'avvio del potabilizzatore e, soprattutto, se fino all’ottobre scorso si è potabilizzata l’acqua di un fiume non classificato. La ricerca di documenti a riguardo, da parte del Wwf, non ha prodotto risposte. La Magistratura dovrà inoltre appurare a quale trattamento è stata sottoposta l’acqua potabilizzata e se siano state riscontrate non-conformità alla distribuzione (post-potabilizzazione).
NON SOLO FENOLI. Nel Trigno, però, non c’è solo un problema relativo alla presenza di fenoli. Il Wwf lo dice chiaramente: «la sua acqua è simile a quella di una fogna». In diversi periodi dell’anno vi è stata riscontrata la presenza di salmonella e coliformi. Una situazione conosciuta dall’Arta almeno dal luglio 2011. Dati estremamente alti – soprattutto in estate – confermati, per il 2012, anche dall’Arpa Molise tuttora impegnata in prelievi alla foce del fiume.
Quali provvedimenti sono stati intrapresi dagli enti a vario titolo competenti al momento dell’accertamento della presenza di Salmonella e del grave stato di contaminazione microbiologica del corso d’acqua come evidenziato dall’Arta?
Insieme a questa domanda ci sono gli esempi di ordinanza di vari Comuni in Italia con la quale si vieta l’uso dell’acqua del fiume a scopo irriguo e zootecnico e vengono introdotte restrizioni per quanto riguarda la pesca.
Il Wwf si chiede se ci sono stati provvedimenti simili da parte dei sindaci, in questo caso massima autorità sanitaria, dei comuni che hanno il Trigno che scorre nel proprio territorio.
È a questo punto che si materializza la classica incomunicabilità fra enti. Se l’Arta – e la Asl – sapevano dello stato di contaminazione microbiologica del fiume, pare che i sindaci dei piccoli comuni del Vastese non ne fossero a conoscenza.
Non ne era a conoscenza ad esempio Carlo Moro, sindaco di Lentella che ha nel proprio territorio l’ormai famoso punto di captazione di Pietra Fracida: «Non siamo mai stati interpellati da Arta e Asl. Su quali dati dovevamo emettere un’ordinanza simile? Non potevamo mica farlo sulla base delle informazioni lette sulla stampa. Almeno per ciò che riguarda Lentella non abbiamo mai ricevuto nessuna comunicazione sullo stato del fiume. La verità è che in casi simili vengono informati e convocati solo i Comuni che utilizzano l’acqua del Trigno, ovvero Vasto e San Salvo, dimenticando quelli che ce l’hanno nel proprio territorio. Per ciò che mi riguarda non chiamerò l’Arta, è loro compito informare tempestivamente i sindaci interessati».
Proprio per questo, il Wwf chiede di accertare la frequenza dei casi di patologie riconducibili alla contaminazione.
A RISCHIO PROCEDURA D’INFRAZIONE. Lo scandaloso stato del Trigno è vecchia cosa. Se non si riesce a risalire a una classificazione ai fini potabili pre-2012, si sa invece che la qualità generale dell’acqua è passata da ‘Buono’ a ‘Sufficiente’ nel biennio 2008-2009. Un peggioramento che contribuisce ad allontanare l’Abruzzo dall’obiettivo dettato dalla Direttiva Comunitaria per il 2015 (lo stato ‘Buono’ dei corpi idrici per ridurre al minimo gli interventi di depurazione). Se la Regione dovesse mancarlo incorrerebbe in una procedura d’infrazione.
DEPURATORI. Il Wwf, come sottolineato in altre occasioni, preme sulla situazione dei depuratori. La legge regionale 31/2010 prevede la pubblicazione sui siti web di Arta e Province, ogni 4 mesi, dei risultati dei controlli di ogni singolo depuratore. Tale norma era in vigore già dal 2008 ed è stata rispettata solo nel 2009.
Come ricorda il Wwf, un lungo tratto del Trigno dovrebbe essere particolarmente tutelato perché Sito d’Interesse Comunitario.
Antonino Dolce

martedì 9 aprile 2013

RIPOPOLAMENTO TROTE NELLA PROV. DI CHIETI

TUTTO  RIMANDATO  ALLA  SETTIMANA  PROSSIMA.

DAL GIORNO 15 AL 20 APRILE (FORSE).

Per motivi igienico-sanitario,  il ripopolamento delle trote inizialmente fissato nei giorni 08, 09 e 10 aprile, è  stato forzatamente rinviato alla prossima settimana.

La Provincia di Chieti, non appena in possesso di tutta la documentazione che attesti la buona salute degli amici pennuti, e comunque dietro assenso della competente ASL, darà il via libero all'immissione nei corsi d'acqua interni provinciali.

Non appena sarà reso noto il calendario semine, l'ARCI PESCA FISA - Comitato Provinciale di Chieti, pubblicherà su questo sito le date e i luoghi interessati, invitanto tutti gli appassionati veri,  a dare un  valido aiuto nell'immissione delle trote.

FIUME TRIGNO IN PARLAMENTO

Il senatore Castaldi "porta" il fiume Trigno in Parlamento
"Necessaria una commissione d'inchiesta sull'inquinamento".
Il fiume Trigno approda in Parlamento. Gianluca Castaldi, senatore vastese del Movimento 5 Stelle chiederà l'istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sulle cause dell'inquinamento del fiume che nasce a Vastogirardi e sfocia nell'Adriatico dopo aver segnato il confine fra Abruzzo e Molise.
«Dopo aver letto il dettagliato esposto che il Wwf ha presentato sulle condizioni del fiume Trigno - dichiara Castaldi - finalizzato a chiedere l'apertura di un'inchiesta, anche ai fini di tutela della salute umana, tendente ad accertare anche responsabilità degli specifici organi deputati al controllo, non posso che attivarmi affinché l'iniziativa del WWF assuma il livello necessario di attenzione, a livello parlamentare».
Per il neo senatore è di primaria importanza accertare le responsabilità che hanno portato nel corso degli anni al peggioramento generale dello stato di salute del Trigno: «La presenza accertata di salmonella, quella dei fenoli e la condizione più generale di rischio legato all’uso dell’acqua potabilizzata, penso siano degni di attenzione anche attraverso la promozione di un'indagine parlamentare. I ritardi, se non addirittura le omissioni o tardivi interventi da parte delle autorità preposte, vanno, con fermezza accertati».
Una commissione d'inchiesta simile - conclusasi nel 2006 - , ricorda Castaldi, fu istituita per il fiume Sarno (noto alle cronache come 'fiume più inquinato d'Europa'): «Stando agli elementi forniti dal Wwf e da altra documentazione da me visionata, non vedo molta differenza tra le ragioni istitutive di quella indagine specifica sul fiume Sarno e quelle delle condizioni del Trigno. C’è forse qualcuno che non riconosce “il gravissimo stato di degrado ambientale” evidenziato dalle analisi che il Wwf ha reso “visibili” a tutti? C’è qualcuno che non ritiene necessari massicci interventi di riqualificazione lungo il percorso del fiume Trigno, per fare in modo,ad esempio, che non vengano soffocate le ricchezze naturali presenti lungo il Trigno? C’è chi può assistere senza fare niente in suo potere a questo ulteriore quadro di decadimento ambientale?».
Il senatore, infine, conclude con un auspicio: «Confido di non rimanere solo come M5S in questa iniziativa».
trigno.net

SENATORE CASTALDI. COMMISSIONE D'INCHIESTA PER FIUME TRIGNO



VASTO 09.04.2013 - Una commissione parlamentare d'inchiesta per far luce sull'inquinamento del fiume Trigno e, quindi, dell'acqua che finisce nei rubinetti della zona industriale di San Salvo e, specie d'estate, in case, alberghi e locali di San Salvo Marina e nella zona meridionale di Vasto Marina. La chiederà il senatore vastese Gianluca Castaldi (Movimento 5 Stelle).
"Dopo aver letto il dettagliato esposto che il Wwf  ha presentato sulle condizioni del fiume Trigno, finalizzato a chiedere l'apertura di un'inchiesta, anche ai fini di tutela della salute umana, tendente ad accertare anche responsabilità degli specifici organi deputati al controllo, non posso che attivarmi affinché l'iniziativa del Wwf assuma il livello necessario di attenzione a livello parlamentare", dichiara Castaldi.
"La presenza accertata di salmonella, quella dei fenoli e la condizione più generale di rischio legato all’uso dell’acqua potabilizzata, penso siano degni di attenzione anche attraverso la promozione di un indagine parlamentare. I ritardi, se non addirittura le omissioni o tardivi interventi da parte delle autorità preposte, vanno,con fermezza accertati.
Prevengo tutti quelli che tenderanno a dire che questa è la solita demagogia e populismo del M5S.
Ricordo a tutti che una specifica indagine parlamentare, esattamente commissione parlamentare d'inchiesta sulle cause dell'inquinamento del fiume Sarno, fu realizzata e conclusa nel 2006.
Stando agli elementi forniti  dal Wwf e da altra documentazione da me visionata, non vedo molta differenza tra le ragioni istitutive di quella indagine specifica sul fiume Sarno e quelle delle condizioni del Trigno. C’è forse qualcuno che non riconosca il gravissimo stato di degrado ambientale, evidenziato dalle analisi che il Wwf ha reso visibili a tutti? Ce’ è qualcuno che non ritiene  necessari massicci interventi di riqualificazione lungo il percorso del fiume Trigno, per fare in modo,ad esempio, che non vengano soffocate le ricchezze naturali presenti lungo il Trigno? C’è chi può assistere senza fare niente in suo potere a questo ulteriore quadro di decadimento ambientale?
Cosi come nel 2006  per il fiume Sarno, chiederò ,attraverso gli atti parlamentari opportuni la istituzione di una Commissione  parlamentare  d’inchiesta  sulle cause dell’inquinamento del fiume Trigno. Confido di non rimanere solo come M5S in questa iniziativa".
di Redazione ZonaLocale.it (redazione@zonalocale.it)

lunedì 8 aprile 2013

AMBIENTE - FIUME TRIGNO

Dossier ed esposto in mano alla Procura sul fiume Trigno

SAN SALVO 07.04.2013 -  Il dossier realizzato dal WWF sul fiume Trigno e l'esposto presentato dai responsabili regionali dell'associazione ambientalista vanno ad arricchire il voluminoso materiale documentale in mano alla La Procura di Vasto. 
Nei giorni scorsi sono state avviate indagini anche sulla salute degli affluenti del fiume che segna il confine fra Abruzzo e Molise e sulle condizione dei fiumi alla foce. I carabinieri del Noe, nucleo operativo ecologico, ma anche la Capitaneria di porto sono al lavoro per assicurare una stagione estiva e balneare sicura e senza sorprese.
La magistratura vastese è decisa a dare un nome e anche la giusta punizione a chi ha inquinato l'ansa di Pietrafracida, ma non solo.
I quesiti posti dal Wwf sono tanti e partono dalla classificazione dell'acqua. L'indagine del Noe si svolge su un raggio di 80 chilometri e interessa due regioni. Le rassicurazioni fatte qualche giorno fa dalla Provincia hanno ottenuto l'effetto contrario. 
In attesa delle decisioni della Procura, il Wwf torna a chiedere alle forze dell'ordine e alle autorità preposte il monitoraggio delle discariche, la bonifica delle sponde e il controllo dei depuratori. 

FIUME TRESTE - DENUNCIA CONTRO IGNOTI

Nei rifiuti abbandonati sul Treste numerose pelli di cinghiale
Ieri l'Arci Pesca F.I.S.A. -  Comitato Provinciale di Chieti,  ha presentato una denuncia contro ignoti.

Lentella 04/04/2013 - Ci sono anche pelli di cinghiale nei rifiuti abbandonati sulla sponda cupellese del fiume Treste.
In occasione del vertice di ieri mattina a Chieti, il comitato provinciale dell’Arci Pesca ha presentato – al Settore 7, 'Tutela ambientale e delle acque' – una denuncia contro ignoti per i reati ambientali connessi alla discarica abusiva sul Treste.
L'Arci che si occupa anche della vigilanza ambientale e ittica nella provincia di Chieti nei scorsi giorni ha effettuato controlli merceologici sui rifiuti nel tratto interessato, alla ricerca di possibili indizi utili all'individuzione dei responsabili.
Non solo mobili abbandonati: 'scavando' nei rifiuti sono emersi anche resti di animali. Oltre alle piume già visibili (nella foto), è venuta fuori una grossa quantità di pelli di cinghiale. Secondo i membri dell'Arci Pesca i resti della scuoiatura potrebbero essere stati scaricati a più riprese, visto che alcune pelli sono già in avanzato stato di decomposizione, mentre altre sono intatte.
In attesa della pulizia della zona, il ritrovamento indirizza inevitabilmente i sospetti su qualcuno dei tanti appassionati di caccia al cinghiale presenti nel medio e alto Vastese.
Antonino Dolce

giovedì 4 aprile 2013

INCONTRO IN PROVINCIA FIUME TRIGNO

Vertice sul Trigno, ancora incertezza su commestibilità pescato
Di Giuseppantonio: «Massimo impegno nel monitoraggio del fiume»

Lentella 03/04/2013. «Un incontro utile affinché le varie istituzioni prendessero atto delle condizioni del fiume Trigno». Così Giuseppe Zappetti dell'Arci Pesca Fisa definisce il vertice di questa mattina nella sede della Provincia.
Presenti, tra gli altri, i rappresentanti di Arta, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, Consorzio Mario Negri Sud, WWF Abruzzo, presidente della Provincia di Chieti Enrico Di Giuseppantonio, assessore all’Ambiente Eugenio Caporrella e consigliere delegato Giovanni Staniscia.
Non pervenuti, invece, i delegati di Asl e Sasi.
Le varie associazioni hanno ribadito la forte preoccupazione per le condizioni del Trigno. L'Arta dal canto suo afferma che le ultime analisi dimostrebbero l'assenza di fenoli e arsenico che nel recente passato hanno suscitato timori nelle popolazioni locali.
Non ci sono però risposte chiare riguardo la commestibilità del pescato nel corso d'acqua. Su questo punto dovrà esprimersi proprio la Asl, oggi assente.
Intanto, dopo la situazione di inquinamento rilevato in località Pietra Fracida a Lentella, proseguono i controlli su gran parte del percorso del fiume da parte della Polizia delle province di Chieti, Campobasso e Isernia.
Per quanto riguarda eventuali ordinanze di divieto di pesca sportiva, la Provincia ha ribadito che la competenza spetta ai Comuni attraversati dal fiume (in alcuni casi di concerto con la Regione).
È probabile che a breve sia convocata un nuovo vertice al quale partecipino anche Asl e Sasi.
Enrico Di Giuseppantonio sull'incontro di oggi afferma: «Solleciterò tutte le istituzioni abruzzesi e molisane e i vari enti preposti al monitoraggio e alla gestione delle acque affinchè sia massima l’attenzione sul fiume Trigno. La Provincia avrà i riflettori puntati sullo stato di salute del corso fluviale per quanto riguarda la pesca, ma ad oggi posso confermare che non abbiamo in mano elementi per assumere provvedimenti restrittivi di nostra competenza. Tuttavia, invito a prendere spunto da questo incontro, per occuparsi in futuro in modo sistematico e condiviso dello stato di salute di tutti i fiumi della nostra provincia, risorse naturali da tutelare con severità viste le tante implicazioni che hanno sull’immagine del territorio e sulla vita collettiva».
Antonino Dolce