mercoledì 4 dicembre 2013

ALLUVIONE IN ABRUZZO

Frane, voragini e fiumi in piena: la viabilità interna messa a dura prova.

Lentella 04/12/2013 - Il livello dei fiumi che due giorni fa ha spaventato il territorio è visibilmente sceso. Sul territorio ora restano i danni dell’ultima ondata di maltempo. La circolazione è da ripristina in più punti e con la situazione delle casse comunali e provinciali saranno affrontate subito solo le emergenze.
I danni maggiori si sono avuti nell’entroterra vastese, per questo ieri abbiamo visitato i luoghi più colpiti.
FIUME TRESTE – È il corso d’acqua a regime torrentizio ad aver causato i disagi principali. Il viaggio inizia qualche centinaio di metri prima della confluenza con il Trigno. L’erosione è evidente: la furia delle acque ha portato alla luce alcune tubature e quasi ‘mangiato’ la stradina interpoderale che dalla fondovalle conduce sotto il ponte della Statele Trignina.
Addentrandosi per pochi chilometri si arriva nel territorio di Fresagrandinaria. Come già testimoniato nel giorno dell’emergenza, la scorciatoia dalla fondovalle alla frazione ‘La Guardiola’ è pesantemente danneggiata. La strada è stata portata via anche dall’altro lato del piccolo ponte. Nonostante ora la portata sia scesa, l’acqua scorre direttamente sotto l’asfalto. La vegetazione strappata lungo il percorso si è accumulata in prossimità del ponte formando un ostacolo che il fiume ha aggirato esondando ai lati. Il passaggio in cemento armato ha resistito, ma, a differenza di due giorni fa, non è più allineato alla strada in entrambi i lati. Alcuni pezzi del manto stradale sono nelle vicinanze, il grosso è stato portato via.
IL VECCHIO E IL NUOVO – La fondovalle Treste è costellata in più punti dal deflusso dell’acqua dalle colline, ma la viabilità è buona. È solo dopo lo svincolo per Furci che iniziano a presentarsi piccoli smottamenti e buche: è difficile, però, distinguere i danni dei giorni scorsi dallo storico abbandono delle strade provinciali.
Sotto Roccaspinalveti il grande avvallamento è stato finalmente transennato e si viaggia solo su una carreggiata. Per raggiungere Guilmi, passiamo per Rocca.
È il piccolo comune famoso per la ventricina l’emblema della fragilità di un intero territorio. Qui gli elementi hanno colpito con modalità diverse. Le tre strade principali per raggiungere i centri maggiori e la valle del Sangro sono impraticabili. La Sp 192 è bloccata dalla caduta di enormi massi, la Sp 150 è stata chiusa da un’enorme frana e una voragine che occupa metà carreggiata e la strada comunale per Colledimezzo è stata spazzata via dal fiume Sinello.
TRAGEDIA EVITATA – Per raggiungere la caduta massi bisogna attraversare un 'mare di fango' causato da uno smottamento. Sono diversi i curiosi ‘in visita’ che tornano indietro scoraggiati dalla melma. Chi invece deve raggiungere gli altri comuni per lavoro o commissioni varie passa sperando nel transito su una sola carreggiata.
La realtà però è un’altra. La strada è completamente chiusa. I massi che si sono staccati dalla parete rocciosa sono molto più grandi di un’auto. Il collasso è avvenuto in piena notte; è solo una fortuna che in quel momento nessuno stava passando. I mezzi della Provincia sono al lavoro, ma sono necessari almeno altri 2-3 giorni prima che si possa riaprire l’arteria. I massi caduti per essere spostati devono prima essere frantumati. Poi si procederà a farne cadere altri dalla parete che risulta compromessa e ancora a rischio crolli. La scena dal vivo è impressionante; il geometra della Provincia racconta che uno dei massi era più grande della ruspa in azione.

VORAGINE E FRANA – Accompagniamo i tecnici della Provincia per un sopralluogo della zona. La Sp 150 è chiusa poco dopo Carpineto Sinello. Una voragine occupa metà carreggiata. L’acqua che è scesa dalla collina ha risucchiato l’asfalto portandosi dietro anche la segnaletica stradale. Il muretto sull’altro lato si è spostato e si teme per la sua stabilità.
Non c’è però solo la voragine. Passata la curva ecco l’enorme frana che ha investito in pieno la strada. Si tratta di uno storico movimento franoso che si è rimesso in moto con l’ultima pioggia unita alla neve. L’acqua continua a scorrere e poco più a monte è notevole la quantità di terreno in procinto di venire a valle. Anche qui la Provincia dovrà lavorare più giorni; per ora attenderà l’asciugamento della terra e, nel frattempo, creerà un varco.
DESTINO COMUNE – Si prosegue per la zona industriale di Gissi. Il percorso è costellato da piccoli smottamenti e ristagni di acqua. Il geometra dell’ente, Bocchi, sconsolato rivela che quello che è accaduto poco più a monte – la frana – accadrà ovunque, è solo questione di tempo. Non ci sono fondi per la manutenzione; canali di scolo e cunette sono intasati.
La parallela della strada principale della fondovalle Sinello è chiusa, ma gli automobilisti continuano a usarla. La carreggiata è invasa in più punti dalla melma degli smottamenti. Qui gli interventi previsti sono di minor entità, ma resta rischioso transitarvi.
UNA NAVETTA PER USCIRE DALL’ISOLAMENTO – Intanto Guilmi fa i conti con l’isolamento. Martedì operai e studenti sono rimasti a casa. Il sindaco Carlo Racciatti aveva lanciato l’allarme già due settimane fa quando il Sinello danneggiò la strada comunale. «Avevamo chiesto l’autorizzazione per ripulire l’alveo del fiume a spese nostre – spiega – ma in attesa del Genio civile siamo rimasti isolati».
In attesa della riapertura delle strade, ha istituito un servizio navetta per gli studenti. Per chi deve raggiungere Vasto e San Salvo la sveglia è alle 6.30: attraverso la stradina per il Monte Sorbo si arriverà a Liscia, dove c’è l’autobus per le scuole. Va meglio per chi deve andare a Gissi: sveglia un’ora dopo e spostamento a Carpineto Sinello.
L'isolamento, con la gran parte delle strade in stato di abbandono e con una cattiva gestione dei terreni coltivati, è un rischio concreto per gran parte dei Comuni del medio e alto Vastese.
Antonino Dolce

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