martedì 30 luglio 2013

INQUINAMENTO FIUME NOCE

INQUINAMENTO: POTENZA, CONCLUSA LA PRIMA FASE DELL'ATTIVITÀ DI MONITORAGGIO AMBIENTALE DEL FIUME NOCE
Proseguono le attività di controllo sui maggiori scarichi urbani condotte dal Corpo forestale dello Stato. Rilevate le prime irregolarità
Comando Provinciale Potenza

Potenza, 26/07/2013 .  Si è completata la prima fase dell'attività di monitoraggio ambientale del fiume Noce, disposta dalla Procura di Lagonegro e svolta con il supporto della Forestale, in seguito alle numerosi voci riguardanti un presunto inquinamento ambientale dell'asta fluviale.
L'equipe di consulenti della procura, diretta dal Prof. Giovanni Damiani, direttore dell'ARTA Abruzzo, consulente del Ministero dell'Ambiente, biologo ed esperto di ecologia ambientale, e professore all'Università degli Studi della Tuscia (Viterbo) per le materie "Chimica Ambientale e Bioindicatori" e "Monitoraggio e Certificazione Ambientale", ha visto la partecipazione dell'Istituto Superiore di Sanità, dell'ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale e dell'ARPAB, con personale altamente qualificato.
Una prima valutazione qualitativa, da comprovare comunque con gli esiti degli esami strumentali, ha condotto gli studiosi ad affermare che il fiume Noce, con la sua rete idrologica caratterizzata da una numerosa varietà di portate e dalle rilevanti pendenze, ha una elevata capacità di auto depurazione. Nel tratto iniziale è stata riscontrata la presenza di indicatori biologici che riferiscono di una natura quasi intatta e incontaminata. Evidentemente le questioni di rilevanza ambientale dovranno essere verificate nelle aree a maggiore pressione antropica  e dunque in quelle più prossime alla foce, dove appunto si è concentrata in modo maggiore l'attenzione dell'equipe di studio.
L'attività di campionamento delle acque e delle matrici ambientali, svolta con il supporto logistico e di conoscenza del territorio messo a  disposizione  dal Corpo forestale dello Stato, è stata condotta nei punti più significativi dell'alveo lungo tutto il suo percorso.
 L'analisi dei campioni prelevati darà un risposta esauriente sulla situazione ambientale del corso d'acqua e verrà svolta attraverso lo studio dei cosiddetti indicatori biologici presenti, cioè specie animali, piante o funghi particolarmente sensibili ai cambiamenti apportati da fattori inquinanti all'ecosistema.
Lo studio contiene il pregio di non condurre l'analisi sul piano della mera caratterizzazione chimica delle acque, ma, coerentemente con le indicazioni contenute nelle recenti modifiche del Testo Unico Ambientale, prevede l'esame della qualità biologica delle acque e da indicazioni sugli effetti d'insieme prodotti dal complesso delle cause inquinanti, evidenziandone gli effetti globali e sinergici. L'analisi biologica fornisce pertanto un giudizio sulla qualità complessiva dell'ambiente ed esprime un giudizio complementare al controllo fisico e chimico.
Per i risultati dovranno aspettarsi pochi mesi.
L'indagine conoscitiva diretta dalla procura di Lagonegro prevede anche una incisiva attività di controllo sui maggiori scarichi urbani ed industriali che utilizzano il fiume Noce quale corpo ricettore, alla quale sta provvedendo il Corpo forestale dello Stato con i Comandi Stazione della zona. Anche in questo caso si è conclusa la prima fase dei controlli, di natura meramente amministrativa. Sono già state rilevate le prime irregolarità per le quali si sta procedendo alla contestazione delle sanzioni previste dalle norme. 

AMBIENTE

RIFIUTI: CHIETI, SCOPERTA ATTIVITÀ DI GESTIONE NON AUTORIZZATA
Un imprenditore edile vastese è stato denunciato per aver abbandonato rifiuti prodotti dalle attività edilizie
Comando Provinciale Chieti

Tufillo (CH), 20 luglio 2013. Il Corpo Forestale dello Stato ha sottoposto a sequestro preventivo, successivamente convalidato dal GIP del Tribunale di Vasto, un'area adiacente la strada di collegamento alla Fondovalle Trigno, in località Piana delle fave del Comune di Tufillo (CH), su cui erano stati abbandonati rifiuti speciali non pericolosi, prodotti da un'attività di costruzione e demolizione edilizia.
L'attività investigativa è stata intrapresa dagli uomini del Comando Stazione Forestale di Gissi (CH) a seguito di segnalazione da parte del proprietario del terreno utilizzato per l'illecito deposito. Attraverso la comparazione tra il materiale adoperato nei cantieri edili attivi nella zona e la tipologia di rifiuti abbandonati nell'area sequestrata, il personale forestale è giunto all'identificazione del responsabile. Si tratta di un imprenditore edile vastese che è stato deferito all'Autorità Giudiziaria per il reato, previsto dal Codice dell'Ambiente, di "attività di gestione di rifiuti non autorizzata"
La gestione dei materiali di scarto derivanti dalle attività edilizie, un fenomeno particolarmente evidente, in realtà, è disciplinata da poche ma essenziali regole, la cui applicazione costituisce la base per una corretta attività di recupero e smaltimento, con rilevanti benefici per la tutela dell'ambiente e del territorio. Il conferimento dei rifiuti da costruzione e demolizione agli appositi impianti di trattamento comporta, inoltre, un interessante ritorno economico ed occupazionale, grazie al riciclaggio del materiale; l'attuazione di questo ciclo virtuoso permette sia di ridurre notevolmente la quantità di scarti da avviare in discarica, sia di recuperare materia prima per l'allestimento di nuovi prodotti da immettere nel mercato edile. 

DEGRADO FIUME TRIGNO

Degrado del fiume Trigno, il Ministero dell'ambiente bacchetta la Regione
De Sanctis (Wwf): «Necessaria un'immediata operazione trasparenza»

Lentella 24/07/2013 - Il Ministero dell'Ambiente è intervenuto sul degrado del Fiume Trigno a seguito delle denunce del Wwf con una lettera alle autorità regionali.
Dalla lettera emergono gravi inadempienze da parte degli enti regionali preposti nelle procedure relative alla potabilizzazione in quanto mancherebbero comunicazioni previste dalla legge e la registrazione di aree protette secondo quanto previsto dalla Direttiva comunitaria 60/2000 'Acque' attorno ai punti di monitoraggio nei tratti interessati dalle captazioni degli impianti di potabilizzazione. Inoltre il Ministero chiede lumi alla regione anche sulla richiesta di deroga per quanto riguarda la qualità delle acque, ritenendo necessario identificare le cause di questa situazione e i motivi per i quali non è possibile intervenire per tempo (ricordiamo che tutti i fiumi della Regione dovrebbero raggiungere lo stato di qualità 'buono' entro il 2015).
Dichiara Augusto De Sanctis, referente acque del WWF Abruzzo: «Quello che sta accadendo sul Trigno è indicativo della totale incapacità delle strutture regionali di affrontare con la dovuta attenzione lo stato di degrado dei nostri fiumi. In questo caso la gravità della situazione è esacerbata dalla presenza di captazioni per uso idropotabile per le quali, secondo la nota ministeriale, non risulterebbero state attuate misure di tutela e prevenzione previste dalla Direttiva comunitaria 60/2000. Si tratta di fatti estremamente gravi perché riguarda decine di migliaia di cittadini. Ovviamente gireremo la nota alle procure competenti ma intanto chiediamo a comuni, Asl, Regione Abruzzo e Arta un'immediata “operazione trasparenza” con la pubblicazione di tutti gli atti relativi al fiume Trigno sui rispettivi siti web».
Dichiara Ines Palena, presidente del Wwf Zona Frentana e Costa teatina: «Nonostante le nostre circostanziate denunce finora tutto pare continuare senza un cambio di rotta deciso. Da quanto ne sappiamo le azioni di monitoraggio volte alla classificazione del fiume Trigno ai fini idropotabili per la potabilizzazione sono state riattivate ma senza alcuna forma di partecipazione e trasparenza, nonostante le precise norme contenute nella Legge Regionale 31/2010. Tra queste ricordiamo la pubblicazione periodica delle analisi sui siti internet di Arta e Asl e la realizzazione di incontri pubblici nei principali comuni. Questo atteggiamento deve essere stigmatizzato perché gli enti devono operare a servizio del cittadino e non viceversa, visto che gli utenti pagano l'acqua sempre più cara ed è loro diritto conoscerne provenienza e qualità».
IL TRIGNO.NET

domenica 28 luglio 2013

A PESCA CON MAMMA E PAPA'

MANIFESTAZIONE  DI PESCA SPORTIVA RIVOLTA AI BAMBINI PRESSO IL LAGO AZZURRO CONVENZIONATO ARCI PESCA FISA.

martedì 16 luglio 2013

AMBIENTE

BIOSICUREZZA SUL FIUME RIO  VERDE
a seguito di moria di gamberi affetti da  peste “afanomicosi”.  

In attesa di comunicazioni  e dI eventuali misure urgenti da adottare da parte degli organi competenti (ASL) per quanto tristemente accaduto nel fiume Rio Verde di Borrello (Ch), a seguito della moria dei gamberi di fiume, si dispone  per il gruppo di Vigilanza  Volontaria dell’ARCI PESCA FISA -  Chieti, di attuare quanto espresso nel "III FORUM "Biodiversità fluviale - Progetto LIFE CRAINat" che si tenuto a Borrello (Ch) sabato 13 luglio 2013, presso la Vetrina della Riserva  Naturale Regionale Cascate Rio Verde, a cura del dott. Tommaso Pagliani e della dott.ssa Federica Piccoli, entrambi del Consorzio Mario Negri Sud di Santa Maria Imbaro (Ch), affinché si voglia scongiurare la diffusione del  patogeno in altri corsi d'acqua (come Turcano e Gufo) in cui sono presenti buone popolazioni di gamberi autoctoni.

A seguito delle morie di gamberi sul Rio Verde, in attesa di accertamenti sanitari dagli organi competenti e l'applicazione di eventuali misure straordinarie, si raccomandano strette misure di biosicurezza: in particolar modo si raccomanda di evitare di avvicinarsi/entrare nel corso d'acqua ed ogni forma di movimentazione di gamberi/pesci/altri animali.

Qualora si entri in contatto con acqua/fanghi del Rio Verde occorre decontaminare il materiale come riportato in allegato.

Qualora si trattasse di peste del gambero (confermato venerdì 12/07/2013 ndr), è bene sapere che l'agente eziologico (il fungo A. astaci) può sopravvivere nell’ambiente, in assenza dell'ospite, per diverse settimane.  I cadaveri dei crostacei mantenuti all'aria, a temperatura ambiente (circa 21°C), risultano ancora infettanti dopo 48 ore, in acqua dopo 3-5 giorni.  A. astaci può essere veicolato da equipaggiamento contaminato (barche, attrezzatura da pesca, stivali, vestiario, ecc.). In condizioni ideali, anche piccole quantità di acqua sono in grado di trasferire sufficienti zoospore per infettare un nuovo corpo idrico. Circa 1,3 zoospore per millilitro di acqua sono sufficienti ad infettare gamberi sensibili (Alderman et al., 1987). Le spore possono essere veicolate anche dal pesce ed altri animali”.

Allegato:
PREVENZIONE
Data la virulenza della malattia risulta fondamentale una buona prevenzione. Misure preventive secondo l’Australian Aquatic Veterinary Emergency Plan Disease Strategy Crayfish plague (2005) e il Manual of Diagnostic Testsfor Aquatic Animals (2009) sono:
• evitare la movimentazione digamberi vivi o morti, potenzialmente infetti, di acqua o attrezzatura contaminata, verso aree indenni ospitanti popolazioni suscettibili;
• evitare la movimentazione ed il rilascio di specie ittiche provenienti da aree soggette ad episodi di afanomicosi;
• evitare la cattura accidentale di gamberi alieni, possibili carrier di A. astaci, durante le movimentazioni di fauna ittica tra bacini diversi;
• evitare il rilascio in natura di gamberi alieni NordAmericani;
• applicare una corretta disinfezione di attrezzatura (guadini, nasse), stivali, natanti e veicoli tra campionamenti effettuati in bacini diversi.

DECONTAMINAZIONE
E’ opportuno smaltire i gamberi dalla sede del focolaio mediante raccolta delle carcasse e termodistruzione tramite ditta specializzata secondo disposizioni del Regolamento UE1069/2009 e s.m.i.. E ’possibile invece decontaminare il materiale mediante:
• trattamento termico :risulta efficace il riscaldamento a 60° C per pochi minuti, e il raffreddamento a 20° C per 72 ore (Oidtmann et al 2002);
• essiccamento: il  micelio e le spore risultano inattivate dopo disidratazione per 4872 ore;
• disinfezione chimica con:
• ipoclorito di sodio:100 ppm per 30’’ utile per strumentario e acqua contaminata;
• iodofori: 100 ppm fino a 32’;
• acido per acetico: 100 ppm per 5’ (soluzione al 5% in H2O2);
• formalina (prodotto potenzialmente cancerogeno).

SMALTIMENTO  DEI  GAMBERI  DALLA  SEDE  DEL  FOCOLAIO
Raccolta  delle  carcasse  e  termodistruzione  tramite  ditta  specializzata  secondo disposizioni  del Regolamento  UE  1069/2009  e  s.m.i..  

L’Ente  competente  ad  accertare  i  casi  di  afanomicosi  è  l’Istituto Zooprofilattico locale mentre  il  centro  di  referenza  nazionale  per  i  crostacei  è  l’IZP  delle Venezie.

domenica 14 luglio 2013

AMBIENTE

Gamberi uccisi dalla peste nell'oasi del torrente Verde: morti ventimila esemplari

Borrello, è stato un fungo a causare la strage nell’incubatoio del torrente Verde. Non ci sono rischi per l’uomo ma la Asl emetterà un protocollo per la profilassi

BORRELLO 14.07.2013. Manca solo l’ufficialità da parte dell’Istituto zooprofilattico di Teramo ma non ci sono più dubbi che a causare la morìa dei gamberi di fiume nell’incubatoio delle cascate del Verde e nell’omonimo torrente sia stata la peste del gambero, malattia provocata da un fungo (afanomicosi) non pericolosa per l’uomo. I danni sono ingenti tanto che stime quantificano gli animali morti nel torrente in qualche decina di migliaia. La competenza è passata alla Asl che dovrà emettere un protocollo di profilassi per fare in modo che il caso del torrente Verde non diventi fonte di contaminazione per altri corsi d’acqua.
La malattia, è bene ripeterlo, non è dannosa per l’uomo. Il centro di riproduzione di Borrello è localizzato all’interno della Riserva naturale guidata regionale “Cascate del Verde” e del sito Sic “Abetina di Rosello e Cascate del Verde”, sulla sinistra idrografica del torrente Rio Verde (bacino del Sangro), a monte della cascata, a 760 metri. L’incubatoio della riserva fa parte del progetto “Crainat-Conservation and recovery of Austropotamobius pallipes in Italian Natura2000 sites”, finanziato nell’ambito del programma comunitario Life+2008. L’iniziativa ha come obiettivo la conservazione-incremento delle popolazioni di gambero autoctono. Nell’incubatoio dove avviene l’accoppiamento degli adulti tra ottobre e novembre (le uova schiudono a giugno e ai primi di novembre c’è la reintroduzione nel territorio) la peste ha determinato la morte di tutti gli animali adulti.
La morìa ha quindi causato un grave danno perché si è perso l’intero patrimonio dei riproduttori (circa 100 femmine) e tutte le migliaia di gamberetti attaccati ancora all’addome delle madri. Dell’argomento se n’è parlato ieri mattina nel forum “Gestione ittica e tutela della biodiversità fluviale” che si è svolto nella vetrina della Riserva naturale cascate del Verde a Borrello. I lavori sono stati coordinati da Tommaso Pagliani, del Centro di scienze ambientali Consorzio Mario Negri Sud e Project manager Crainat.
Durante gli interventi è emerso il danno rilevante: da alcuni dati ancora approssimativi (stime scientifiche saranno effettuate a fine estate) la popolazione morta si attesterebbe sull’80%. Normalmente in 60 metri del torrente Verde (lungo circa 8 chilometri) sono stimati circa 200 adulti. La speranza sono comunque quegli adulti che nel fiume hanno resistito alla peste, bisogna ripartire da loro per superare questo momento critico.
Matteo Del Nobile

AMBIENTE

Morìa di gamberi di fiume nell’oasi del torrente Verde

Borrello, strage di femmine e novellame: la causa forse è dovuta a un fungo. L’esperto Pagliani: "Danno rilevante"

BORRELLO 13.07.2013. Morìa di gamberi di fiume nell’incubatoio delle Cascate del Verde e nell’omonimo torrente: alcuni animali morti sono stati inviati all’Istituto zooprofilattico di Teramo che, in mattinata, dovrebbe emettere la diagnosi. I danni sono ingenti. Il sospetto è che si tratti della peste del gambero, l’afanomicosi (malattia provocata da un fungo) che colpisce la “corazza” dei gamberi nostrani perforandola e uccidendo l’animale nel giro di poco tempo. Le cause della diffusione del fungo possono essere molteplici ed è difficile prevenirne gli effetti. La patologia non è pericolosa per l’uomo.
Dell’argomento se ne parlerà oggi, nella Riserva delle Cascate, durante il forum “Gestione ittica e tutela della biodiversità fluviale”. I lavori sono coordinati da Tommaso Pagliani, Centro di scienze ambientali Consorzio Negri Sud e project manager Crainat.
I primi casi si sono verificati il 10 luglio quando, operatori dell’incubatoio, hanno trovato nel torrente Verde alcuni gamberi adulti morti. Il rientro nella struttura è stato devastante: tutte le femmine e il novellame (gamberetti attaccati all’addome delle madri) erano morti. È così scattato l’allarme. L’incubatoio della Riserva fa parte del progetto “Crainat-Conservation and recovery of Austropotamobius pallipes in Italian Natura2000 sites”, finanziato nel programma comunitario Life+2008.
Il gambero di fiume è una specie a elevata priorità di conservazione sia per il bracconaggio sia per l’inquinamento dei corsi d’acqua. L’iniziativa ha come obiettivo la conservazione-incremento delle popolazioni di gambero autoctono. Diverse le fasi del progetto: accertare la reale popolazione dei gamberi, far nascere negli incubatoi nuovi gamberi e quindi, liberazione del novellame. L’accoppiamento degli adulti avviene tra ottobre e novembre; le uova schiudono a giugno e ai primi di novembre c’è la reintroduzione nel territorio. La morìa ha quindi causato un grave danno perché si sono persi l’intero patrimonio dei riproduttori e la progenie.
«È un danno rilevante», afferma Pagliani, «ma non coinciderà certo con la chiusura delle strutture, appena possibile ricominceremo con le nostre attività».
Matteo Del Nobile

venerdì 5 luglio 2013

PESCAMBIENTE

Tra i pericoli frequenti nell’esercizio della pesca, il più mortale è di certo il fulmine.

Spesso si va a pesca con il tempo incerto, confidando nella bassa pressione che attira i pinnuti e ci aiuta nella cattura miracolosa. Le nubi, sopratutto quelle nere e cariche di pioggia, spesso portano con loro un carico di energia che si sprigiona al suolo sotto forma di scarica elettrica: il fulmine. Questa è una scarica elettrica che congiunge il suolo con il cielo, la  cui potenza è elevatissima,  cosi come il rischio di essere colpiti nel corso di un temporale "carico".
Nel suo percorso l'energia giunge al suolo in via preferenziale tramite oggetti alti che incontra sul suo percorso e che sono congiunti al suolo. Questo principio si usa da sempre per fare il parafulmine, ovvero intercettare il fulmine e farlo scaricare a terra, ma non viene in nostro soccorso a pesca in quanto la canna da pesca è un perfetto parafulmine. É infatti più lunga degli altri oggetti che ci circondano, ed è costruita in materiale conduttore di elettricità. Ogni anno decine di pescatori in Italia sono colpiti dai fulmini attirati da canne o guadini, quindi fare attenzione e mettete in pratica questi consigli.
Quando si va a pesca e il meteo minaccia pioggia è necessario consultare la previsione fulmini per vedere se ci sono alte possibilità di questo fenomeno meteo. Andiamo poi a pesca e rimaniamo sempre attenti. Se cade anche un solo fulmine occorre spostarsi dalle canna (tipo se a fondo) o comunque chiuderle ed aspettare che la tempesta abbia fine. Se i fulmini colpiscono il suolo tanto vicino da sentire la terra tremare datevi letteralmente alla fuga, siete in pericolo. Ricordo per la cronaca che essere colpiti da un fulmine è molto poco probabile, ma essere a pesca con una lunga canna di carbonio aumenta di molto le possibilità dell'evento. Se uno dei vostri amici pescatori è stato colpito da un fulmine chiamate per prima cosa i soccorsi (pronto intervento 118), verificate poi il battito cardiaco ed infine, se si è capaci, effettuare un eventuale massaggio cardiaco. I danni "collaterali" sono profonde scottature, ferite ortopediche (il fulmine ci scaglia sono a 50 metri lontano) e traumi interni, quindi comportatevi di conseguenza e prestate attenzione all'eventuale spostamento del traumatizzato.


giovedì 4 luglio 2013

VIGILANZA - PROTEZIONE CIVILE

CORSO  RELATIVO  ALLA  FORMAZIONE  DELLE  GUARDIE  PARTICOLARI GIURATE  ITTICHE - VENATORIE - AMBIENTALI

FIUME VERDE  11 - 12 - 13 - 14  LUGLIO 2013
Località Riserva Naturale Regionale Cascate Rio Verde,  Borrello (Ch).

Programma:
Allestimento Campo G.P.G. Volontari.
giovedì 11  ore 17:00 - Riserva Naturale “Cascate del Rio Verde”;

Segnalazioni di reati ambientali.
venerdì 12  ore 10:00 – Vetrina della Riserva  sede Ex Distilleria  - Borrello (Ch)
Settore Commissione “Ambiente – Vigilanza – Protezione Civile” ARCI PESCA FISA;

Protezione Civile - Attività d’intervento, allestimento di tendopoli.
venerdì 12  ore 15:30 - Riserva Naturale “Cascate del Rio Verde”
Circolo Protezione Civile FIR – CB San Vitale - San Salvo;

Legge Regionale n°50/1993 modificata dalla L.R. 59/2010. Primi interventi per la difesa della biodiversità nella Regione Abruzzo: Tutela della fauna cosiddetta minore
sabato 13  ore  9:00 - Vetrina della Riserva  sede Ex Distilleria  - Borrello (Ch)
Dr. Luciano DI TIZIO, Presidente Regionale WWF;

Stato della fauna ittica nei corsi d’acqua della Provincia di Chieti. Risultati del progetto di dottorato di ricerca "La trota di torrente in Abruzzo: caratterizzazione e proposte per il recupero del ceppo autoctono".
sabato 13  ore  10:00 - Vetrina della Riserva  sede Ex Distilleria  - Borrello (Ch)
Dr.ssa Federica PICCOLI, Università degli studi dell’Aquila;

Stato di avanzamento del progetto LIFE + CRAINat “Conservation and Recovery of Austropotamobius pallipes in italian Natura2000 Sites”.
sabato 13  ore  11:00 - Vetrina della Riserva  sede Ex Distilleria  - Borrello (Ch)
Dr. Tommaso  PAGLIANI,  Coordinatore Responsabile del Centro di Scienze Ambientali Scientifico  del  Consorzio  Mario Negri Sud;

FORUM “Gestione ittica e tutela della biodiversità fluviale”.
Modera il Dr. Tommaso  PAGLIANI.

Attività di vigilanza e poteri delle G. P. G.
sabato 13  ore 13:00 - Vetrina della Riserva  sede Ex Distilleria  - Borrello (Ch)
Avv. Armando  Ferrante  Comandante  della  Polizia  Provinciale  di   Chieti;

Educazione ambientale.
domenica 14  ore 11:00 - Riserva Naturale “Cascate del Rio Verde”;

AMBIENTE .- INFORMAZIONE